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Archivi della categoria: Taoismo

Cercare l’armonia, Taoist Master A. Huang (estratto) (Libro)

05 mercoledì Ago 2020

Posted by Paola in I Ching, Libri, Master Huang, Percorsi spirituali, Taoismo

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Cercare l’armonia, Maestro Taoista Alfred Huang – estratto da “Understanding the I Ching” (Alfred Huang, 2014) (Libri)

Dalla Prefazione

In quanto cinese, considero l’I Ching come la Bibbia della Cina. Come l’acqua ha la sua fonte e gli alberi le loro radici, l’I Ching è la fonte e le radici della cultura cinese. Considero le Otto Ali scritte da Confucio e dai suoi discepoli come la migliore interpretazione dell’ I Ching, poiché Confucio e i suoi discepoli vissero dopo solo 500 anni dall’apparizione dell’I Ching di Re Wen.

Credo che l’I Ching sia una raccolta d’infinita saggezza delle esperienze delle antiche genti, esperienze che si sono accumulate nel corso di migliaia d’anni e sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione. Dopo aver raccolto tutto il meglio di queste influenze, aggiungendo le sue esperienze di vita e la sua filosofia, Re Wen compose l’I Ching della dinastia Zhou (1).

Avevo sedici anni quando mio nonno, il mio mentore, mi introdusse all’I Ching. Mi parlò dei sei draghi che volano nel cielo e della giumenta che galoppa nella vasta pianura, il primo e il secondo esagramma – (1) Qian e (2) Kun – dell’I Ching. Mi spiegò dettagliatamente le quattro figure cinesi di yuan, heng, li e zhen, i principi guida dell’I Ching (2).

Mi disse che la maggior parte delle persone considera l’I Ching come un manuale per predire la fortuna, ma che in realtà l’I Ching è un libro che porta le persone a praticare un modo di pensare sincero e un comportamento appropriato. Chiunque pensi e agisca in accordo con le istruzioni dell’I Ching è un uomo o una donna superiore o, come si direbbe oggi, un gentiluomo o una gentildonna. Vivendo secondo i principi dell’I Ching si ottiene buona sorte e si evita sventura.

Mio nonno sottolineava anche che l’I Ching indirizza le persone a formare un’atteggiamento positivo che può essere espresso come: “il Cielo agisce con vitalità e perseveranza, la persona superiore mai cessa di mantenersi forte; e “la natura della Terra è rispondere con sottomissione, la persona superiore accresce la sua virtù per sostenere tutti gli esseri.” Come detto ugualmente da Lao Tzi: “Gli uomini seguono la Terra, la Terra segue il Cielo, il Cielo segue il TAO e il TAO segue la Natura.”

Una volta mio nonno mi parlò dell’anima dell’I Ching, e mi disse: “L’anima dell’I Ching è Cercare Armonia, il tredicesimo gua. Il tema principale dell’I Ching è cercare l’armonia, cosa che si dovrebbe perseguire con totale mancanza di egoismo e tenendo in considerazione i migliori interessi della maggioranza.”

Quando venni imprigionato nel 1966, fu in luogo orribile come mai avrei potuto immaginare. Come dovevo comportarmi con tutte le altre persone che a quel tempo avevo intorno a me? Mi ricordai ciò che l’I Ching insegnava e ciò che Confucio aveva spiegato. Il Maestro aveva detto: “Ho sentito dire che l’uomo superiore non è di parte”, e poi anche: “L’uomo superiore si contiene e non è mai litigioso; è socievole, ma non si asserra in un gruppo”. Grazie a Dio, durante i ventidue anni della mia reclusione ai lavori forzati, sono riuscito a non tradire nessuno dei miei amici e a non riportare nulla contro di essi alle autorità, sia all’interno o all’esterno della prigione… specialmente quando venivo interrogato dai mandanti governativi che mi chiedevano di riferire parole o atti dei miei compagni che fossero contro il governo o il partito. Ero estremamente felice perché quella era l’unica occasione che avevo di parlare liberamente in accordo con la mia libera volontà “riferendo” al governo tutte le buone parole e azioni dei miei amici.

Il raccolto più prezioso di quei ventidue anni di prigionia e abusi fu di aver sempre confidato nella guida Divina, essere stato come una giumenta: “Predefinendo, si perde; Seguendo, si riceve un maestro”, in accordo con il secondo esagramma dell’I Ching.

In merito alla sottomissione della giumenta, mio nonno era solito dire: “Si dovrebbe obbedire a ciò che il Divino guida.”.

Ricordo ancora il giorno in cui venni liberato e uscii di prigione. Non appena varcato il cancello, dissi una preghiera: “Caro Dio, ho superato l’esame!”

Non ho mai pensato che fosse una sofferenza ma, piuttosto, l’ho considerato un addestramento!

– Estratto da “Understanding the I Ching”, Taoist Master Alfred Huang

Traduzione: Paola

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(1) Prima dell’I Ching di Re Wen, ci furono altri due I: l’I della dinastia Xia (2005-1766 a.C.) e l’I della dinastia Shang (1766- 1122 a.C.). Sfortunatamente, di questi due libri precedenti sono rimasti solo dei frammenti.

(2) Yuan, heng, li e zhen: i quattro attributi di Cielo e Terra. Tradotti possono assumere il significato di spuntare, crescere, fiorire e fruttificare. Ciascuno di questi quattro attributi lascia il passo al successivo secondo il cambio delle stagioni, ciclicamente e ripetutamente.

Altro di Master Huang

Francois Jullien: tra Bibbia e I Ching, Carlo Sini (Video)

13 mercoledì Mag 2020

Posted by Paola in Filosofia, I Ching, Inserimenti, Libri, Taoismo, Video

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Francois Jullien: tra Bibbia e I Ching, Carlo Sini (2010) (Video) (Libro)

Conversazione di Carlo Sini sul libro “Figure dell’immanenza, una lettura filosofica dell’I Ching” di Francois Jullien, Laterza (2005)

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http://www.archiviocarlosini.it/video/077.XX.Accademia%20Kriya%20Yoga.Francois%20Jullien%20tra%20Bibbia%20e%20I%20Ching.Libreria%20Rizzoli%20Milano.26-05-2010.mp4

Riso, Deng Ming-Dao

01 domenica Mar 2020

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Percorsi spirituali, Taoismo

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Mi. Riso, seme. La croce è la rappresentazione di una pianta che sta crescendo. I quattro segni rappresentano i grani di riso. Tutta la vita inizia da un seme. Se vogliamo seguire la vita, dobbiamo solo seguire il corso del seme a seme.

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Gli antichi, porgendo agli studenti una manciata di semi da studiare, dicevano: “Senza piantare, non c’è messe. Senza coltivare, non c’è raccolto. Senza raccolto, non c’è sostentamento. E senza umiltà, a nulla servirebbero i semi.”

La coltivazione del riso comporta molte cose prima di poterlo consumare come cibo. Comporta piantare e operare in concerto con gli elementi. Comporta una cura attenta e molta pazienza. Comporta saper quando trapiantare e quando raccogliere. Operare attraverso tutte queste fasi richiede soprattutto una virtù: l’umiltà. Ci si deve chinare verso il terreno. Si deve guardare in basso per spargere i semi. Si deve camminare nel fango per trapiantare. Si devono osservare le stagioni e il tempo. Si devono accettare gli incidenti e le tempeste. Si deve attendere la maturazione.

Per coltivare il riso, non si può essere orgogliosi. Gli antichi insegnavano tutto questo ai loro studenti con una manciata di riso. Li guidavano nel corso delle stagioni e, così facendo, insegnavano loro la via.

A ciascuno di noi occorre umile diligenza per rendere la nostra vita matura.

– Estratto da: Everyday TAO, Deng Ming-Dao – HarperOne Publishing [trad. Paola]

Tao Te Ching, Augusto Shantena Sabbadini (conversazione) (audio)

19 domenica Gen 2020

Posted by Paola in Audio, Filosofia, Inserimenti, Intervista, Personaggi, Taoismo, Tempo

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Tao Te Ching, conversazione con Augusto Shantena Sabbadini – Registrazione audio dal programma “Uomini e Profeti” / Radio 3, 6/02/2010

Augusto Shantena Sabbadini – è un traduttore, fisico e scrittore italiano. Ha lavorato come fisico teorico presso l’Università di Milano e l’Università della California. A Milano si è dedicato ai fondamenti della fisica quantistica, concentrandosi sulla descrizione del processo di quantum di osservazione, un problema che mantiene il suo fascino fino ad oggi. In California ha contribuito all’identificazione del primo buco nero. Nel 1990 è stato consulente scientifico per la Fondazione Eranos, un centro di ricerca est-ovest fondato sotto la guida di C.G. Jung nel 1930. In questo contesto ha studiato i classici cinesi sotto la guida del sinologo olandese Rudolf Ritsema e prodotto varie traduzioni e commenti, tra cui il Yijing e la Daodejing. Dal 2002 è direttore associato del Centro Pari per New Learning, un istituto di istruzione alternativa situato nel piccolo borgo medievale di Pari, Toscana, Italia. Insegna corsi brevi presso la Schumacher College e conduce workshop sul Taoismo, la fisica quantistica e il Yijing come strumento di introspezione. [da Wikipedia.it]

Riferimenti: http://www.shantena.com

Vedi anche: L’I Ching, A.Shantena Sabbadini –  conversazione (audio) 2011

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https://inseparatasede.files.wordpress.com/2020/01/100206-shantena-sabbadini-intervista-sul-tao-te-ching.mp3

Dimostrazione, Deng Ming-Dao

08 domenica Dic 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Taoismo

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Osservavo un combattimento, e qualcuno mi disse: “Questa tradizione ha seicento anni.” Fu un’esibizione appesantita da rituali, come se, in seicento anni, nulla al mondo fosse più accaduto. Dobbiamo onorare la tradizione senza farci accecare.

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I seguaci del TAO attribuiscono grande importanza alle antiche tradizioni. Una tradizione valida e vitale è come un lungo corso d’acqua: porta energia, ricchezza e fertilità. Se un luogo arido non può produrre frutti, chi è privo di tradizioni è ancora più sfavorito.

Ma che cosa tiene in vita una tradizione? La capacità di chi la segue di dimostrarne la grandezza nella realtà contemporanea. Chi dice di essere esperto in medicina tradizionale, deve essere in grado di curare oggi. Chi dice di essere abile nella calligrafia tradizionale, deve essere capace di disegnare magnifiche lettere oggi. Chi dice di conoscere alla perfezione le tradizioni spirituali esoteriche, deve essere in grado di dimostrare la loro forza oggi.

Non dovremmo mai scimmiottare gli usi e le teorie di popoli ed epoche scomparsi: su questo punto non bisogna scendere a compromessi. Se una tradizione non ha forza sufficiente per esprimere la propria grandezza, non esiste motivo di tenerla in vita.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Schema, Deng Ming-Dao

19 martedì Nov 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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Perchè considerare la natura una macchina? Perchè studiare solo la chimica e la fisica? Perchè a improntare la vita non può essere la poesia? Non possiamo conoscere il TAO anche attraverso il fango dei nostri sandali? Per questo i saggi vengono chiamati sciocchi: perchè hanno abbandonato ogni pregiudizio.

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Il mondo ci appare per come noi lo percepiamo, e le nostre percezioni non derivano da nulla di veramente oggettivo. L’abitudine a interpretare, poi, è interattiva: cerchiamo di verificare le nostre ipotesi sino a creare una complessa rete di stimoli sensoriali. Raggiunta la “maturità”, abbiamo ormai accumulato gli innumerevoli strati di interpretazione e percezione soggettiva che costituiscono i nostri schemi di vita. Naturalmente, possiamo anche provare a giocarci, magari modificando i nostri modelli di interazione con il mondo.

Perchè allora non usare la poesia al posto della scienza? Perchè non sostituire la spiritualità alla politica? Spesso i risultati di simili esperimenti portano una ventata di aria fresca, allegra e originale. Ma quando tiriamo le conclusioni logiche di questi metodi, anch’essi si rivelano vani come tutti gli altri: gli schemi sono essenziali per i principianti, ma un ostacolo per i veterani.

I veri seguaci del TAO abbandonano ogni schema e non nutrono alcun pregiudizio. Essi tornano ad agire come quando erano bambini: per questo vengono chiamati sciocchi. Ma poichè riescono a guardare il mondo con il loro occhio interiore, essi trascendono tutti i dolori della vita.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Apprezzamento, Deng Ming-Dao

23 lunedì Set 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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Oggi il sole è sorto e tramontato in dodici ore. Abbiamo colto pere dorate da rami stracarichi. Inerpicatici per mille scalini fino a un rustico tempio, abbiamo reso le nostre offerte agli dei.

La sera ci siamo seduti in calorosa compagnia. La luna crescente si è poi unita a noi. Attinta l’acqua al fiume dalle trecce d’argento, l’abbiamo versata in una caraffa di coccio.

Preparare un buon tè non è cosa facile, ma questa teiera ha una storia venerabile: per averla, uno studioso cedette tutti i suoi libri. E oggi sprigiona l’aroma dell’antichità.

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L’equinozio d’autunno coincide con il tempo della riflessione sulla vita. Se il raccolto è stato abbondante, dobbiamo esprimere il nostro ringraziamento. Se l’anno è stato difficile, dobbiamo gioire per ciò che già abbiamo e decidere di sfruttare meglio le prossime occasioni. Per apprezzare la vita non occorrono premesse quali la ricchezza o l’abbondanza: soltanto gratitudine verso la bellezza del mondo.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

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