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Archivi della categoria: Personaggi

Il mondo dopo il Coronavirus, Yuval Noah Harari

30 lunedì Mar 2020

Posted by Paola in Inserimenti, Personaggi, Società, Storia, Yuval Noah Harari

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Yuval Noah Harari: il mondo dopo il coronavirus

Categoria: Yuval Noah Harari

Le dieci leggi del potere, N. Chomsky

10 martedì Mar 2020

Posted by Paola in Inserimenti, Libri, Personaggi, Società, Storia

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Le dieci leggi del potere, Noam Chomsky – Ed. Ponte alle Grazie (2017) (Libro)

Quali principi governano il mondo globalizzato? E come è possibile contrastarli? Una mappa concettuale di importanza inestimabile; un appello veemente all’azione collettiva organizzata.

“Se una società ruota attorno al potere esercitato dalla ricchezza privata, è inevitabile che ne assorba i valori, ossia l’avidità e il desiderio di ottenere il massimo guadagno personale a spese degli altri. Ora, se a fondarsi su quel principio è una società globale, allora essa punta dritto verso la distruzione di massa.”

Le dieci regole:

1. Ridurre la democrazia

2. Plasmare l’ideologia

3. Ridisegnare l’economia

4. Scaricare i costi

5. Aggredire la solidarietà

6. Controllare i controllori

7. L’ingegneria delle elezioni

8. Tenere a bada la plebaglia

9. Fabbricare il consenso

10. Marginalizzare il popolo

Avram Noam Chomsky (Filadelfia, 7 dicembre 1928) è un linguista, filosofo, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, accademico, attivista politico e saggista statunitense.

Docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, è riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, spesso indicata come il più rilevante contributo alla linguistica teorica del XX secolo. Parallelamente, Chomsky è particolarmente noto per il suo attivismo ed impegno politico, d’ispirazione socialista libertaria.

 

Tao Te Ching, Augusto Shantena Sabbadini (conversazione) (audio)

19 domenica Gen 2020

Posted by Paola in Audio, Filosofia, Inserimenti, Intervista, Personaggi, Taoismo, Tempo

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Tao Te Ching, conversazione con Augusto Shantena Sabbadini – Registrazione audio dal programma “Uomini e Profeti” / Radio 3, 6/02/2010

Augusto Shantena Sabbadini – è un traduttore, fisico e scrittore italiano. Ha lavorato come fisico teorico presso l’Università di Milano e l’Università della California. A Milano si è dedicato ai fondamenti della fisica quantistica, concentrandosi sulla descrizione del processo di quantum di osservazione, un problema che mantiene il suo fascino fino ad oggi. In California ha contribuito all’identificazione del primo buco nero. Nel 1990 è stato consulente scientifico per la Fondazione Eranos, un centro di ricerca est-ovest fondato sotto la guida di C.G. Jung nel 1930. In questo contesto ha studiato i classici cinesi sotto la guida del sinologo olandese Rudolf Ritsema e prodotto varie traduzioni e commenti, tra cui il Yijing e la Daodejing. Dal 2002 è direttore associato del Centro Pari per New Learning, un istituto di istruzione alternativa situato nel piccolo borgo medievale di Pari, Toscana, Italia. Insegna corsi brevi presso la Schumacher College e conduce workshop sul Taoismo, la fisica quantistica e il Yijing come strumento di introspezione. [da Wikipedia.it]

Riferimenti: http://www.shantena.com

Vedi anche: L’I Ching, A.Shantena Sabbadini –  conversazione (audio) 2011

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https://inseparatasede.files.wordpress.com/2020/01/100206-shantena-sabbadini-intervista-sul-tao-te-ching.mp3

La psiche è l’espressione del cosmo, R. Tarnas (Intervista)

18 sabato Mag 2019

Posted by Paola in Audio, Filosofia, Inserimenti, Intervista, Personaggi, Società, Storia

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La psiche è l’espressione del cosmo, Intervista a Richard Tarnas (2009)

La storia è piena di esempi di persone che hanno sfidato il paradigma dominante e le cui idee sono state inizialmente liquidate come frutto di ignoranza o di pazzia. Basti pensare al passaggio dal sistema geocentrico tolemaico al sistema eliocentrico di Copernico e Galileo. Oggi la moderna ricerca sulla coscienza e sulla psiche è arrivata a risultati altrettanto radicali, che richiedono un profondo cambiamento del nostro modo di pensare. “La più grande sorpresa che ho sperimentato nel corso di oltre cinquant’anni di ricerca sulla coscienza è stato scoprire lo straordinario potere predittivo dell’astrologia archetipica. A causa della mia lunga formazione scientifica inizialmente ero molto scettico in merito all’astrologia. L’idea che i pianeti e le stelle potessero avere qualcosa a che fare con gli stati di coscienza, per non parlare degli eventi nel mondo, sembrava talmente assurda e ridicola da non poterla neanche prendere in considerazione. Ci sono voluti anni e migliaia di os-servazioni convincenti perché accettassi questa possibilità, un cambiamento che ha richiesto niente di meno che una revisione radicale delle mie ipotesi metafisiche fondamentali sulla natura della realtà. Data la controversia che circonda questo problema, non avrei nemmeno voluto discutere di astrologia se Richard Tarnas non avesse pubblicato tre testi di notevole importanza basati sulla sua meticolosa e innovativa ricerca: ‘La passione della mente occidentale’, ‘Prometeo il risvegliatore’ e ‘Cosmo e Psiche’”[1]. A parlare così di Richard Tarnas è Stanislav Grof, fondatore, insieme ad Abraham Maslow, di una nuova visione della psicologia, che lui chiama transpersonale, e che parte dall’idea che l’uomo non è solo un’unità bio-psichica, ma un insieme aperto e collegato a una dimensione spirituale. Nei suoi lavori Tarnas ha spiegato il ruolo dell’astrologia come strumento per comprendere noi stessi e la nostra relazione con il cosmo. (continua nell’articolo integrale)

Richard Tarnas [1950], laureato all’Università di Harvard e all’Istituto Saybrook, è docente di Filosofia e Storia della Cultura presso l’Istituto di Studi Integrali della California, dove ha creato il programma di specializzazione in Filosofia, Cosmologia e Consapevolezza. Sito: www.cosmosandpsyche.com

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[1] The Passion of the Western Mind, Understanding the Ideas That Have Shaped Our World View (Ballantine, 1991) – Prometheus the Awakener, An Essay on the Archetypal Meaning of the Planet Uranus (Spring Publication, 1995) – Cosmo e Psiche, Un approccio psicologico alla conoscenza dell’universo (Edizioni Mediterranee, 2012)

Alchemical divination, R. Metzner (estratto dal libro)

04 giovedì Apr 2019

Posted by Paola in Libri, Percezione, Personaggi, Ralph Metzner, Realtà Parallele, Stati altri di coscienza

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Alchemical Divination, Ralph Metzner – Green Earth Foundation (Estratto, Libro)

Estratto dal Capitolo 1 – Sciamanesimo, Yoga e Alchimia (traduzione: Paola)

Fin dai tempi più remoti, gli esseri umani hanno praticato discipline di guarigione psico-spirituale e fisica con dedizione e intenzione. Di tre grandi tradizioni di pratiche di trasformazione che sono apparse sulla Terra, lo sciamanesimo è decisamente la più antica, in quanto risale al Paleolitico e si è preservata in alcune culture indigene del mondo fino ad oggi. Lo Yoga e l’Alchimia possono essere visti come il prolungamento o lo sviluppo, rispettivamente per il mondo orientale e per quello occidentale, dello sciamanesimo, avendo avuto origine nella cultura dei villaggi neolitici e nelle città stato dell’Età del Bronzo. In tutte e tre queste tradizioni, alcuni praticanti si focalizzarono maggiormente sulla guarigione fisica, altri sulla soluzione di problemi e per ottenere guida nella propria vita, e altri ancora nella ricerca della conoscenza, dell’illuminazione e della liberazione a livello spirituale. Molti dei nostri moderni sistemi nell’ambito della medicina, della psicoterapia, della guarigione complementare e delle pratiche spirituali, sono gli eredi di uno o l’altro filamento di queste tradizioni.

Le pratiche divinatorie, di cui ci occupiamo in questo libro, si trovano in tutte e tre queste tradizioni. Generalmente intesa come il processo di ottenere profonde conoscenze intuitive, divinazione significa letteralmente “ottenere conoscenza dal mondo divino”, cui ci si riferisce anche come “mondo interiore” o “reami superiori”. Nella sua essenza, prevede un’indagine strutturata per domande relative al passato, per la guarigione e la soluzione di problemi; o relative al futuro, per avere una visione oppure ottenere guida e indicazioni. Nella medicina, questi due tipi di divinazione corrispondono alla diagnosi, dove si definisce la causa originaria di una malattia o ferita, e la prognosi, il suo probabile decorso nel futuro.

Il famoso storico delle religioni Mircea Eliade, che ha scritto autorevoli saggi su ciascuna di queste tre tradizioni di trasformazione, parla dello sciamanesimo come di arcaiche tecniche di estasi.  La parola “estasi” deriva dal greco “ex-stasis” e significa “essere fuori”, fuori dalla struttura percettiva della realtà ordinaria, ossia essere in uno stato alterato di coscienza. L’antropologo Michael Harner, che per primo ha reintrodotto lo sciamanesimo nella cultura occidentale contemporanea, afferma che lo sciamanesimo implica essenzialmente ciò che egli chiama “lo stato di coscienza sciamanico”, con il quale si entra in una “realtà non-ordinaria” assai differente dalla realtà ordinaria della vita quotidiana.

Nelle culture indigene, la metafora dell’entrare in uno stato alterato di coscienza è il viaggio sciamanico: come il viaggio ordinario, lo stato sciamanico ha un inizio, un periodo di tempo in cui si ha varie esperienze nei mondi non-ordinari e una fine, il ritorno alla vita ordinaria e alla coscienza ordinaria. Lo/la sciamano/a entra nel viaggio sciamanico con uno scopo, che può essere una guarigione, una divinazione diagnostica, o per collegarsi con vari spiriti, per esempio gli antenati defunti, gli spiriti del luogo o esseri trascendenti. Lui/lei entrano nel viaggio per se stessi, o per la persona, la famiglia o la comunità che ne cerca l’aiuto.

Nel mondo si sono scoperte due principali tecnologie per entrare nello stato del viaggio sciamanico: il suono ritmico del tamburo o del sonaglio e le piante psicoattive o funghi. Entrambi questi metodi possono indurre determinati cambiamenti nel funzionamento del cervello che definiscono il substrato neuro-psicologico del viaggio divinatorio. Il tambureggiamento appare diffuso nell’emisfero nord delle aree dell’Asia, dell’Europa e del Nord America. Le piante psicoattive e i funghi si ritrovano maggiormente alle latitudini tropicali, in particolare nell’America Centrale e Meridionale, come pure in Africa – e ciò è dovuto, presumibilmente, alla maggior varietà di piante e vita animale propria dei tropici.

Nei primi anni del ventesimo secolo, gli psicologi e gli psichiatri che leggevano i resoconti degli antropologi sugli sciamani, tendevano a denigrarli come “medici stregoni” e spacciatori di superstiziose credenze tribali. Il viaggio sciamanico divinatorio era considerato una pratica fraudolenta o schizofrenica che non si sa come aveva acquisito di credibilità nella tribù locale. Sotto l’influenza della cultura relativistica degli studi antropologici e dell’opera di studiosi come Margaret Meade, Ruth Benedict come pure di Eliade, Harner e altri, questo modo di vedere ha lasciato il passo al riconoscimento che gli sciamani e le loro culture vivono in una visione del mondo totalmente differente, con dei presupposti diversi sulla natura della realtà.

Le due principali differenze tra la visione del mondo dei popoli di cultura sciamanica e quella moderna del materialismo scientifico sono: 1) il concetto di mondi multipli, o multipli livelli di realtà; e 2) il riconoscimento della realtà degli spiriti come esseri autonomi presenti nei vari mondi (e non esseri di pura fantasia o simboli). La visione del mondo dietro lo sciamanesimo, come pure per l’alchimia e lo yoga, è conosciuta come animismo o panpsichismo – cioè la credenza che tutte le forme della natura, sia organiche (es., piante, animali e funghi) che inorganiche (es., pietre, fiumi, montagne, venti), sia terrestri (di questo pianeta Terra) che cosmiche (altri pianeti, stelle, galassie e universo) sono intrise di energia psichica o spirituale e di coscienza.

Parlando dal punto di vista psicologico, proprio della visione scientifica del mondo occidentale, si potrebbe dire che i concetti di “altri mondi” si riferiscono a livelli o ambiti di coscienza che giacciono al di fuori dei confini della nostra solita percezione ordinaria. La psicologia del profondo che derivano dalla psicoanalisi fanno riferimento a questi ambiti normalmente inaccessibili come all’“inconscio”, o all’“inconscio collettivo”. Tuttavia, questa sarebbe una definizione troppo limitativa per lo sciamanesimo, se ci si riferisce all’“inconscio” come a qualcosa di interno all’individuo, di qualcosa che, per esempio, fa parte della psiche umana. Le pratiche sciamaniche comportano l’esplorazione non solo degli aspetti non conosciuti della nostra psiche, ma anche degli aspetti non conosciuti del mondo intorno a noi – i misteri interiori come quelli esterni.

In modo simile, gli psicologi dicono tutti i riferimenti agli “spiriti” sono in realtà delle espressioni simboliche per gli aspetti della psiche umana inconscia; e, nel caso della psicologia di Jung, sono simboli archetipici dell’inconscio collettivo. Io, tuttavia, concordo con quegli studiosi e scienziati che mettono in discussione tale visione affermando che i paradigmi occidentali della realtà dovrebbero essere rivisti e ampliati per includere il riconoscimento della realtà degli spiriti, non già come costruzioni simboliche della mente umana, ma come esseri viventi intelligenti e autonomi, con i quali è possibile comunicare e con i quali è possibile co-esistere e interagire in una realtà dai molteplici mondi. Le pratiche di divinazione alchemica poggiano su tale visione ampliata, in cui gli esseri umani sono spiriti rivestiti con forma umana che interagiscono con molteplici classi di spiriti che a loro volta rivestono diverse forme in questo e altri mondi.

Le pratiche sciamaniche di guarigione che prevedono l’ingestione di piante medicinali o allucinogene oppure funghi, includono sempre una connessione consapevole con gli spiriti di quelle piante o funghi. Questo tipo di duplice prospettiva, che riconosce la dimensione spirituale quanto quella materiale si trova anche nell’omeopatia e nella medicina erboristica tradizionale di molte culture. Quando fanno il viaggio sciamanico viaggiando in altri reami, gli sciamani invocano anche lo spirito di una specie animale, come l’Orso o l’Aquila, con il quale hanno stretto un’alleanza o una relazione di cooperazione. Inoltre, gli sciamani possono lavorare con cristalli e altre forme materiali terrestri, come anche con gli spiriti elementali dell’aria (vento), dell’acqua (come i fiumi e la pioggia) e il fuoco.

Un’importante e vasta classe di spiriti con cui gli sciamani comunicano e collaborano, sono gli spiriti degli antenati defunti – membri della famiglia che sono passati sull’altro lato, nei mondi dello spirito, avendo così accesso a una conoscenza più particolareggiata di questi mondi di quella che noi abbiamo di solito. Poi ci sono i grandi spiriti ancestrali di guida e insegnamento di intere tribù e popolazioni, tradizionalmente noti come “dei” o “divinità”, che giocano un ruolo significativo in molte mitologie del mondo.

Infine, la Terra stessa nella sua totalità viene vista dalle culture tradizionali come impregnata di un essere spirituale intelligente, una dea nota nell’antica Grecia come Gaia, o come Madre Terra tra le tribù indiane del Nord America. La teoria di Gaia di Lovelock e Margulis è il punto di vista della scienza moderna che per molti versi è parallela e convergente con le concezioni delle antiche popolazioni indigene – dove la Terra è vista come un sistema vivente che si auto-mantiene e auto-organizza. E come sappiamo, le genti antiche e le culture indigene riconoscevano non solo la Terra ma anche il Sole, la Luna e gli altri pianeti come i corpi di divinità cosmiche – e i pianeti tuttora mantengono i nomi che i Greci e i Latini avevano dato a queste divinità.—

Ralph Metzner – (1936-2019) è stato uno psicologo statunitense. Nato in Germania, successivamente si trasferisce negli USA, dove ad inizio anni ’60 partecipa alle basilari ricerche sulle sostanze psichedeliche alla Havard University con i colleghi Timothy Leary e Richard Alpert (quest’ultimo noto anche come Baba Ram Dass). È stato psicoterapista e professore emerito al California Institute of Integral Studies di San Francisco, e in queste vesti ha approfondito le sue ricerche sulla psichedelia, sullo yoga, sulla meditazione. [da Wikipedia]

Il neo del creatore, M. Gleiser (Libro)

11 sabato Ago 2018

Posted by Paola in Libri, Percezione, Personaggi

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Il neo del creatore – L’imperfezione nascosta nel miracolo della vita, Marcelo Gleiser – Ed. Rizzoli

La perfezione e l’imperfezione sono in realtà soltanto modi del pensare – Baruch Spinoza

Dall’introduzione

Questo libro è stato scritto per chiunque sia interessato al modo in cui le incredibili scoperte della scienza incidono sulla nostra visione del mondo e danno forma alla nostra cultura. Per illustrare i concetti scientifici, ovunque sia possibile ho fatto ricorso ad analogie e metafore, evitando formule o equazioni di qualsiasi genere. Mi sono rigorosamente astenuto dall’impiego di termini tecnici e quando li ho utilizzati ne ho spiegato il significato mentre li introducevo.

Tuttavia, poichè il testo tratta delle idee più moderne nei campi della cosmologia, della fisica delle particelle, della biologia e dell’astrobiologia, a volte la lettura potrebbe risultare impegnativa. Se vi capitasse, non lasciatevi scoraggiare, saltate il paragrafo o il capitolo e proseguite.

Il libro si divide in cinque parti e dovrebbero tutti cominciare dalla Parte prima, “Unicità”. Se però, inizialmente, dovreste essere riluttanti a immergervi nella scienza, potete saltare alla Parte quinta, “L’asimmetria dell’esistenza”. La mia speranza è che da lì tornerete indietro per leggere le Parti seconda, terza e quarta, e colmare le lacune. Queste sezioni centrali introducono alla magnifica scienza che tenta di descrivere le origini rispettivamente dell’universo, della materia e della vita, sottolineando il ruolo delle asimmetrie e delle imperfezioni in ciascuno dei tre ambiti: dal multiverso al Big Bang; dal Big Bang agli atomi; dagli atomi alle cellule; dalle cellule agli esseri umani e dagli esseri umani alla vita extraterrestre.

Indice – I. Unicità – II. L’asimmetria del tempo – III. L’asimmetria della materia – IV. L’asimmetria della vita – V. L’asimmetria dell’esistenza

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Marcelo Gleiser – (Rio de Janeiro, 19 marzo 1959) è un fisico, astronomo e filosofo brasiliano. Attualmente è docente di Fisica e Astronomia presso il Dartmouth College di Hanover (New Hampshire) e conosciuto negli USA per i suoi insegnamenti e la ricerca scientifica mentre in Brasile è più popolare per i suoi articoli divulgativi pubblicati nel giornale Folha de Sao Paulo, uno dei più diffusi quotidiani nazionali. [Wikipedia]

Allegro ma non troppo, C. M. Cipolla (Libro)

06 lunedì Ago 2018

Posted by Paola in Libri, Personaggi, Società

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Allegro ma non troppo – Le leggi fondamentali della stupidità umana, Carlo M. Cipolla – Ed. Il Mulino, 1988

Dall’introduzione

La vita è una cosa seria, molto spesso tragica, qualche volta comica. I Greci dell’età classica avvertivano profondamente e coltivavano il senso tragico della vita. I Romani, in genere più pratici, non ne facevano una tragedia ma considervano la vita una cosa seria: di conseguenza, tra le qualità umane apprezzavano in modo particolare la gravitas e tenevano in poco conto la levitas.

Cosa sia il tragico non è difficile nè da capire nè da definire, e se a un Tizio gira per la testa di apparire come una figura tragica non gli è difficile riuscirvi anche se Madre Natura non ha già provveduto alla bisogna. La serietà è pure una qualità relativamente facile da capire, da definire e per certi versi da praticare. Quel che è difficile da definire e che non a tutti è dato percepire e apprezzare è il comico. E l’umorismo che consiste nella capacità di intendere, apprezzare ed esprimere il comico è una dote piuttosto rara tra gli esseri umani.

Intendiamoci: l’umorismo grossolano, facilone, volgare, prefabbricato (=barzelletta) è alla portata di molti, ma non è il vero umorismo. È un travestimento dell’umorismo. Il termine umorismo deriva dal termine “umore” e si riferisce a una sottile e felice disposizione mentale di equilibrio psicologico e di benessere fisiologico. Schiere di scrittori, filosofi, epistemologi, linguisti hanno ripetutamente tentato di definire e spiegare l’umorismo. Ma dare una definizione dell’umorismo è cosa difficile per non dire impossibile. Tanto è vero che se una battuta umoristica non è percepita come tale dall’interlocutore è praticamente inutile, se non addiritttura controproducente, cercare di spiegargliela.

Chiaramente l’umorismo è la capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l’aspetto comico della realtà. Ma è anche molto di più. Anzitutto, come scrissero Devoto e Oli, l’umorismo non deve implicare una posizione ostile bensì una profonda e spesso indulgente simpatia umana. Inoltre l’umorismo implica la percezione istintiva del momento e del luogo in cui può essere espresso. Fare dell’umorismo sulla precarietà della vita umana al capezzale di un moribondo non è umorismo. D’altra parte quando quel gentiluomo francese che saliva i gradini che lo portavano alla ghigliottina, avendo inciampato in uno dei gradini, rivolgendosi alle guardie esclamò: “dicono che inciampare porti sfortuna”, quel gentiluomo meritava certamente che la sua testa venisse risparmiata.

L’umorismo è così intimamente legato alla scelta accurata e specifica dell’espressione verbale in cui viene prodotto che difficilmente si riesce a tradurlo da una lingua a un’altra. Il che anche significa che è così permeato dei caratteri della cultura in cui viene prodotto che riesce sovente del tutto incomprensibile quando travasato in un ambiente culturale diverso.

L’umorismo va distinto dall’ironia. Quando si fa dell’ironia si ride degli altri. Quando si fa dell’umorismo si ride con gli altri. L’ironia ingenera tensioni e conflitti. L’umorismo quando usato nella misura giusta e nel momento giusto (e se non è usato nella misura giusta e nel momento giusto non è umorismo) è il solvente per eccellenza per sgonfiare tensioni, risolvere situazioni altrimenti penose, facilitare rapporti e relazioni umane.

È mia profonda convinzione, quindi, che ogniqualvolta si presenti l’occasione di praticare dell’umorismo, sia un dovere sociale far sì che tale occasione non vada perduta. Da questa banale considerazione nacquero i due saggi che seguono. Furono originariamente pubblicati anni addietro (rispettivamente nel 1973 e nel 1976) in lingua inglese e in edizione ristretta riservata per i soli amici. I due saggi ebbero però un insperato successo e mentre talune persone cercarono di procurarsene copia tramite amici o conoscenti, altri più intraprendenti ne fecero copie xero-grafiche o addirittura manoscritte che circolarono più o meno clandestinamente. Il fenomeno assunse proporzioni tali che l’editrice il Mulino e il sottoscritto finalmente decisero di procedere a una edizione ufficiale e pubblica che qui si presenta non priva di sostanziali revisioni rispetto alla prima edizione semi-clandestina.

Nell’occasione di questa edizione ufficiale sento il dovere di fare due precisazioni. Nel saggio sul pepe, il lettore non farà fatica a cogliere qualche puntata ironica. Ma spero mi si conceda che si tratta di ironia bonaria e paciosa, tale da non distanziarsi molto – almeno così mi auguro – dall’umorismo.

Quanto al saggio sulla stupidità umana non è nè più nè meno che quella che gli eruditi settecenteschi avrebbero chiamata “una spiritosa invenzione”. Di fatto il saggio non ha alcuna attinenza con la mia vita personale. Peccherei gravemente di ingratitudine contro i fati che sino a ora hanno presieduto al corso della mia vita se non confessassi di essere stato, nei miei rapporti umani, un essere straordinariamente fortunato nel senso che la stragrande maggioranza delle persone con cui venni in contatto furono di regola persone generose, buone e intelligenti. Spero che leggendo questo pagine non si convincano che lo stupido sono io.—

Carlo M. Cipolla – (1922-2000) è stato uno storico italiano specializzato in storia economica. Ha insegnato in Italia e negli Stati Uniti. Nelle pubblicazioni viene abitualmente nominato come Carlo M. Cipolla a seguito dell’invenzione, da parte sua, di un inesistente secondo nome, che viene solitamente interpretato, in maniera erronea, come Maria. [Wikipedia]

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