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Un universo in costante evoluzione, Trinh Xuan Thuan (estratto)

22 domenica Ago 2021

Posted by Paola in Filosofia, I Ching, Neoscienze, Percezione, Taoismo

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L’idea di una costante interazione tra il Vuoto e il Pieno, cioè tra il non essere e l’essere, implica una trasformazione incessante dei fenomeni naturali. Poiché il vuoto evolve in permanenza verso il Pieno e viceversa, niente può essere eterno e immutabile. Questa idea della trasformazione incessante ha fatto la sua comparsa molto presto e la rinveniamo per esempio nell’I Ching o Libro dei Mutamenti. Considerato uno dei testi più importanti del pensiero universale, l’I Ching risale al primo millennio a.C. Distilla l’essenza di millenni di saggezza cinese ed è composto tra le altre cose da sessantaquattro segni, chiamati «esagrammi» (un esagramma è una serie di sei linee), che si basano sul simbolismo dello Yin e dello Yang, ovvero del Pieno e del Vuoto, e che erano utilizzati in origine per gli oracoli. Negli esagrammi il Pieno, associato allo Yang, è rappresentato dal tratto continuo, mentre il Vuoto, associato allo Yin, consta di una linea spezzata, ossia di due trattini separati da uno spazio. È questo Vuoto il responsabile delle trasformazioni dell’universo. Gli esagrammi rappresentano, in pratica, l’impermanenza del cosmo, il movimento dei fenomeni naturali nelle loro trasformazioni. Come i segni si mutano in continuazione gli uni negli altri, i fenomeni evolvono continuamente da una forma all’altra. L’I Ching, come in seguito i testi taoisti, tenta dunque di descrivere sia i cambiamenti incessanti della natura, sia le non meno mutevoli e oscillanti relazioni umane.

L’idea di un mutamento perpetuo è in armonia con quello che dice la cosmologia moderna: contrariamente a quanto asseriva la concezione aristotelica, l’universo è in costante evoluzione. Aristotele era convinto che il cielo, regno degli dèi, fosse perfetto e che niente potesse cambiare, perché ciò che era perfetto non poteva essere migliorato. Ancora negli anni Cinquanta del Novecento, la teoria cosmologica dell’universo stazionario sosteneva che, in media, l’universo non cambiasse né nel tempo né nello spazio. Solo nel 1965, dopo la scoperta della radiazione fossile, si impose la teoria del Big Bang, che fece tabula rasa dell’idea di staticità e immobilità e conferì all’universo una storia: il cosmo acquisì così un passato, un presente e un futuro. Nato con una spaventosa deflagrazione da una condizione di calore e densità estremi, l’universo si dilata in continuazione e la sua espansione accelerata continuerà a ridurne la densità e a raffreddarlo sempre di più, fino alla fine dei tempi. Non solo l’universo cambia, ma tutte le strutture che contiene evolvono a loro volta. Dai pianeti alle stelle, dalle galassie agli ammassi di galassie, nulla è permanente. Le stelle nascono, vivono la loro vita consumando consumando il loro combustibile di idrogeno ed elio e muoiono espellendo nel mezzo interstellare il gas arricchito di elementi chimici prodotto dalla loro alchimia nucleare. Questo gas collassa sotto l’effetto della gravità per dare origine a una nuova generazione di stelle, e così inizia un nuovo ciclo. I cicli di vita e di morte delle stelle, però, non si misurano in termini di un secolo come la vita umana, ma in termini di milioni e perfino miliardi di anni.

Non soltanto tutto cambia, ma tutto si muove. Pianeti, stelle, galassie e ammassi di galassie sono in perpetuo moto, come partecipassero a un fantastico balletto cosmico. Nell’istante in cui leggete queste righe, la Terra vi trascina nello spazio a 30 chilometri al secondo nel suo viaggio annuo intorno al Sole. Nel contempo, il Sole ci conduce a 230 chilometri al secondo attraverso il mezzo interstellare, perché, ogni 250 milioni di anni, compie una rivoluzione intorno al centro della Via Lattea. La nostra galassia corre a sua volta a 90 chilometri al secondo verso la sua vicina, la galassia di Andromeda, attirata dalla sua gravità. E non è finita: si aggiunge a tutto ciò il moto del Gruppo Locale e del Superammasso Locale, che si sovrappone al moto di espansione dell’universo. Il mondo delle particelle elementari non è da meno. La fisica contemporanea ci insegna che, anche nell’infinitamente piccolo, tutto si muove. Nella stragrande maggioranza, le particelle sono instabili: si disintegrano spontaneamente. Così un neutrone libero, non imprigionato in un nucleo atomico, si trasforma in protone dopo una quindicina di minuti, emettendo emettendo un elettrone e un neutrino. Quasi tutte le particelle che compaiono all’interno degli acceleratori esistono per un lasso di tempo di gran lunga inferiore a un battito di ciglia, un milionesimo di secondo o meno, poi spariscono. Le più stabili, come l’elettrone, il fotone e il neutrino, non vivono isolate, e prima o poi l’interazione con altre particelle cambia la loro natura o le fa sparire. Come il vuoto si trasforma in pieno e viceversa, l’energia di una particella può trasformarsi in materia o, al contrario, la materia può diventare luce e annichilirsi con l’antimateria. A causa del principio di indeterminazione dell’energia, innumerevoli particelle virtuali popolano lo spazio intorno a noi. Apparendo e scomparendo secondo cicli infernali di vita e morte di durata infinitesima, incarnano in massimo grado l’instabilità del mondo, dove tutto è mutazione e trasformazione.

– Estratto da: La pienezza del Vuoto, Trinh Xuan Thuan – Edizioni Ponte alle Grazie, 2017

Vedi anche: La Pienezza del Vuoto (libro)

Il Libro dei Mutamenti e il feudalesimo, Deng Ming-Dao

03 martedì Ago 2021

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, I Ching, Taoismo

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Il Libro dei Mutamenti e il feudalesimo – Deng Ming-Dao

È importante avere una chiara idea su come vogliamo che Libro dei Mutamenti ci condizioni. Se prendiamo troppo alla lettera la visione del Libro, finiremo con ritenerlo non più adatto al mondo di oggi. Il Libro dei Mutamenti originario è il prodotto di un’epoca feudale. Le storie, le leggende e la mitologia che lo avvolgono – principi, castelli, città assediate, guerrieri, ragazze sposate come mogli secondarie, così come le fondamenta di una struttura famigliare dalle connotazioni patriarcali – tutto rientra nelle immagini di un periodo feudale.

Noi dobbiamo separare l’efficacia della saggezza dell’I Ching dalla rigidità della società che all’inizio lo ha generato.

Forse ancor oggi abbiamo bisogno di alcune strutture feudali per comodità. Per quanto possiamo considerare il feudalesimo come un’antica tappa dello sviluppo umano, siamo tuttora ben ancorati a quel tempo: alcune nazioni conservano lo stato di monarchia; le fiabe di principi e principesse continuano ad affascinarci; i nostri sistemi politici ricalcano le monarchie, seppure con legislature modificate; le nostre grandi aziende sono ampiamente feudali, laddove un’azienda fagocita le altre proprio come le antiche dinastie invadevano un tempo gli stati confinanti.

Tuttavia, non ci sarebbe affatto utile replicare questi valori nella nostra vita quotidiana. Molte delle nostre attuali situazioni possono rimandare ai tempi feudali – le dispute tra gli stati possono ben essere paragonate a certi comportamenti di imprenditori senza scrupoli – ma dobbiamo considerare questa antichità come qualcosa che punta a verità più profonde.

C’è soltanto un motivo per immergersi nelle storie e nelle immagini del Libro dei Mutamenti: il fatto che tratta simboli di realtà archetipali. Oggi, forse, non abbiamo principi, guerrieri e intrighi di corte, ma abbiamo molte situazioni similari. Oggi, forse, possiamo non avere oche che volano sopra tumuli tombali, ma ricordarsi dei passaggi ciclici è sempre importante.

Nessuno di noi vorrebbe trovarsi al posto di qualcuno vissuto mille anni fa, né vorremmo vivere ai tempi della dinastia Zhou. Pertanto, quando utilizziamo il Libro dei Mutamenti, dobbiamo cogliere lo spirito dei valori che esso ci presenta applicandolo alla nostra vita e al nostro tempo attuale.

Di fatto, noi dobbiamo coscientemente separarci dai valori feudali che nel mondo ancora oggi persistono: il modo in cui trattiamo le donne e i bambini è un primo esempio di quanto lavoro abbiamo ancora da fare. Inoltre, abbiamo ancora nazioni in conflitto per i confini; la schiavitù è tuttora ampiamente diffusa; in molti continenti ricchi proprietari terrieri sfruttano i loro braccianti; e noi continuiamo a vedere la natura come fosse suolo inerte da sfruttare, perforare e insozzare.

Il Libro dei Mutamenti ci offre una scelta: le sue immagini affondano in tempi feudali, ma ci sollecita a migliorare noi stessi impegnandoci a favore di un comportamento etico e morale. Dobbiamo prendere le sue immagini come dei puntatori sulle nostre emozioni più profonde, ma dobbiamo poi temperare queste emozioni con la comprensione ottenuta da un lungo studio. Soltanto identificando ciò che in noi è feudale – e ciò che può esserci di valore in esso – noi possiamo evitare di ricadere nell’arretratezza.––

– Estratto da: The living I Ching, Deng Ming-Dao – HarperOne Publisher

Traduzione: Paola

Tempo e I Ching, Intervista a T. McKenna

27 sabato Mar 2021

Posted by Paola in Filosofia, I Ching, Linguaggio, Percezione, Taoismo

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Tempo e I Ching – Terence McKenna, Intervista
(trasmissione televisiva: Thinking Allowed Productions – 1988)


 

Jeffrey Mishlove – Salve e benvenuti, sono Jeffrey Mishlove. Oggi esamineremo la natura del tempo e la relazione tra tempo e mente umana. In studio con me c’è Terence McKenna, specialista in tradizioni sciamaniche e allucinogeni. Terence è co-autore con suo fratello Dennis di “Psilocybin: The magic mushroom grower’s guide”, e anche di “The invisibile landscape: time, hallucinogenes and the I Ching”. Inoltre, è lo sviluppatore di un software informatico, il Timewave Zero, nonché fondatore di Botanical Dimensions, un’organizzazione non-profit dedicata alla salvaguardia delle piante allucinogene e il loro utilizzo da parte delle popolazioni tribali di tutto il mondo. Benvenuto, Terence.

Terence McKenna – È un piacere essere qui.

JM – È un piacere essere di nuovo con te. Sapete, i popoli sciamanici e i primi popoli di tutto il mondo sono stati coinvolti in sistemi di ciò che chiamiamo divinazione. Poteva essere lanciando delle ossa, o utilizzando l’I Ching, o guardando le tracce di animali, o le nuvole di fumo, ma ogni sistema sembrava considerare una sorta di modalità unica di collegare la mente umana con la natura stessa del tempo per comprenderne i cicli e conoscere, forse anche predire, il futuro.

TM – Sì, è certamente vero che i popoli primitivi e aborigeni hanno avuto un’ossessione per il tempo, ossessione del resto condivisa anche dalle società storiche. Il tempo sembra essere la dimensione su cui abbiamo la più grande ansia, forse perché è la dimensione in cui vediamo con meno chiarezza. Molte persone in tutto il mondo hanno affrontato questa mancanza di chiarezza riguardo al tempo interessandosene e sviluppando vari metodi di divinazione. I Maya, ancora oggi sugli altopiani del Guatemala, praticano una divinazione molto complicata. I popoli africani hanno complessi sistemi divinatori …

JM: Per non parlare delle enormi vendite dell’I Ching, dei tarocchi e di prodotti astrologici qui negli Stati Uniti.

TM: Sì, l’I Ching è il sistema divinatorio ne plus ultra. Sembra che, molto presto, abbia catturato l’immaginazione degli Orientalisti occidentali James Legge e Richard Wilhelm. Le loro traduzioni lo resero disponibile nella lingua occidentale, e lo psicologo Carl Jung, nell’inventare e trattare il fenomeno che lui chiamava sincronicità, rese popolare l’I Ching usandolo come esempio di questo particolare fenomeno.

JM: So che nella letteratura di oggi, specialmente nella psicologia trans-personale, ci sono molti psicoterapeuti che usano l’I Ching come parte integrante della loro pratica. E i parapsicologi hanno trovato prove schiaccianti che le coincidenze del lancio delle monete nell’I Ching hanno validità psicologica.

TM: Sì, la cosa che mi ha stupito dell’I Ching e mi ha così profondamente coinvolto è che sembra funzionare contro ogni aspettativa razionale. Lo svolgimento di questa casuale attività ritualistica sembra quindi dare una lettura che è, infatti, applicabile a una situazione unica. La spiegazione di Jung era quella che lui chiamava connessione o sincronicità. Cioè semplicemente l’idea che fosse possibile una coincidenza di corrispondenza tra uno stato interno, uno stato psicologico e un evento esterno. Un esempio ovvio di questo è quando si pensa a qualcuno a cui non pensiamo da anni e un’ora dopo, nella posta, troviamo una sua lettera. Jung era affascinato da questo tipo di apparente coordinamento di sfera psichica interiore e mondo esterno, tridimensionale e oggettivo.

Il mio approccio è andato un po’ più in profondità di quello di Jung, in quanto sentivo di aver guardato molti sistemi divinatori con l’idea che stavo guardando delle produzioni di una cultura, produzioni della mente umana che erano in larga misura arbitrarie. Il mio coinvolgimento con l’I Ching mi ha portato molto lentamente e con riluttanza alla conclusione che non si tratta semplicemente del prodotto di una mentalità culturale o della posizione di un particolare popolo in un tempo e in un luogo, ma piuttosto che gli antichi Cinesi avevano in qualche modo acquisito un vantaggio, anche sulla fisica moderna, producendo una teoria sul tempo che poteva realmente e oggettivamente essere correlata alla nostra esperienza. In altre parole, una teoria del tempo molto più simile alla descrizione di un fisico che a quella di uno sciamano. Nella tua introduzione hai fatto riferimento al software Timewave Zero che abbiamo sviluppato. Quello che noi abbiamo fatto è stato semplicemente di formalizzare la nozione di Tao facendo uno studio approfondito della matematica inerente alla struttura della sequenza dell’I Ching.

Vedi, la maggior parte delle persone ha familiarità con il fatto che l’I Ching è composto da esagrammi; gli esagrammi hanno sei linee; possono essere spezzate, possono essere intere. Meno noto è il fatto che vi è una tradizione molto antica, precedente anche alla dinastia Han, di una particolare sequenza come la sequenza corretta. Si chiama sequenza di Re Wen. E mentre tutti gli studiosi hanno concordato che la sequenza di Re Wen è in qualche modo primaria, nessuno ha mai spiegato come fosse stata ordinata.

JM: Intendi, l’ordine degli esagrammi da 1 a 64.

TM: Esatto. Perché il primo esagramma ha tutte le linee intere? Perché il secondo esagramma ha tutte le linee spezzate? E così via, e così via. Ho effettuato un’analisi matematica esaustiva delle proprietà della sequenza di Re Wen e ho raggiunto una serie di conclusioni come, per esempio, che non è una sequenza casuale; è stata costruita molto, molto attentamente, per conservare certi obiettivi matematici. Per esempio, il numero di linee che si spezzano nel passare da un esagramma all’altro è organizzato e controllato in modo tale che alla fine si ha un rapporto di pari a dispari di tre a quattro. Eppure questo si ottiene senza alcuna rottura, un primo ordine di rotture diverse, di magnitudine 5.

JM: Ora, comincio a perdermi ..

TM: Sì, beh… tutto questo significa molto semplicemente che la sequenza di Re Wen è stata costruita da delle menti uguali a quelle dei ricercatori matematici che operano nel mondo di oggi.

JM: Mi ricorda i costruttori dei grandi templi greci che usavano il rettangolo mistico.

TM: Proporzione e simmetria sembrano essere la preoccupazione centrale. Vedi, abbiamo ereditato dalla nostra passione per la filosofia orientale l’idea di Tao. E Tao, in Oriente, è un concetto che precede l’introduzione del buddismo in Cina di molti, molti secoli. Tao è la nozione di flusso, qualcosa che va e viene, un mezzo transitorio che costruisce strutture e le separa secondo la sua dinamica interna. Ora, poiché queste nozioni sono state introdotte in Occidente dai mistici, dai filosofi e da persone con un interesse per la metafisica, non è stato immediatamente capito che una filosofia di questo tipo potrebbe essere un formalismo matematico. Se parliamo di un mezzo che va e viene, parliamo di un fenomeno meccanico-ondulatorio. Ebbene, la scienza occidentale negli ultimi 150 anni ha sviluppato un potente insieme di tecniche per affrontare il fenomeno delle onde.

JM: E a quanto sembra tu suggerisci, quindi, che i 64 esagrammi dell’I Ching, nella loro relazione matematica uno con l’altro del loro movimento sequenziale, descrivono una forma d’onda.

TM: Una forma d’onda che gli esseri umani sperimentano nel mondo come tempo e storia. Vedi, è come nella scienza occidentale, dove siamo abbastanza sicuri che esistano circa 100 elementi fisici della materia.

JM: Esatto, atomi diversi.

TM: Esatto, sono incommensurabili, e sono in qualche modo primari. I Cinesi non hanno guardato al mondo della materia, dell’energia e dello spazio, ma al mondo del tempo e hanno condotto un’analisi molto rigorosa della propria percezione scoprendo con loro stupore che il tempo è effettivamente composto di elementi.

JM: Quindi come noi abbiamo, se posso estrapolare da quello che stai dicendo, la tavola periodica degli elementi nella chimica occidentale, con cui sono definiti non solo gli elementi ma anche la loro relazione, cicli e modelli …

TM: Relazione di legame, esatto.

JM: … come abbiamo famiglie di elementi chimici, abbiamo, in altre parole, famiglie di modi di guardare il tempo…

TM: Ebbene, gli esagrammi sono gli elementi della fisica cinese del tempo. Hanno creato una scienza che rafforza le percezioni primarie che tutti abbiamo, ma per le quali non abbiamo una scienza. Per esempio, sono sicuro che hai notato che ogni giorno è come ogni altro giorno. Tuttavia, sono sicuro che hai anche notato che alcuni giorni sono radicalmente diversi da altri. Ebbene, questa regola di identicità-diversità si applica a tutti i livelli in una gerarchia temporale. I secoli sono un po’ simili tra loro, ma a volte arriva un secolo che è abbastanza anomalo. Questo noi lo chiamiamo “frattale di nidificazione di identicità-diversità”. Questo è un nuovo ramo della matematica; e, molto semplicemente, ciò che i Cinesi scoprirono intorno al 3.000 a. C. era la natura frattale del tempo, come le regole di espressione degli elementi temporali che governano l’ascesa e la caduta delle dinastie governano anche l’ascesa e la caduta degli affari d’amore e degli stati d’animo.

JM: Ora stai descrivendo questo in termini matematici, e vorrei tornare indietro e chiederti di definire il termine frattale, ma sono anche curioso di sapere come tu sembri andare avanti e indietro tra qualcosa di puramente quantitativo e qualcosa di qualitativo.

TM: Questa è la cosa interessante. I Cinesi compresero che questi elementi temporali creavano, in un certo senso, schemi di interferenza l’uno con l’altro, in modo molto simile a come i toni puri prodotti dalle note di una tastiera creano una melodia attraverso la loro interferenza l’uno con l’altro. Quindi, per esempio, se mi trovassi seduto nel risptrante di Adriano a godermi un hamburger, secondo questa teoria ci sarebbe effettivamente una relazione tra questo atto e le campagne dell’imperatore Adriano in Gran Bretagna, prima della caduta dell’Impero Romano.

Questa è la cosa sorprendente che ha capito e di cui si è servito James Joyce nella costruzione delle sue opere letterarie: un uomo, lasciando la sua casa a Dublino in un giorno del 1905 per comprare del rognone da cucinare a pranzo sta, in qualche modo misterioso, ripetendo le peregrinazioni dell’eroe Ulisse intorno al Mediterraneo per tornare dalla sua fedele moglie. Stiamo parlando di allegoria, ma l’allegoria non è mai stata presa seriamente dalla scienza: il ragionamento analogico è stato decisamente declassato nei laboratori importanti. Ma in questo antico modo cinese di guardare le cose, tutto è causato dalle sue risonanze analogiche con eventi passati e futuri che abbiano gli stessi elementi temporali incorporati al loro interno. Ora, è difficile addentrarsi in tutto questo senza ricorrere almeno a grafici e diagrammi, se non a equazioni sconcertanti.

JM: Faccio un passo indietro, perché stiamo parlando molto dell’I Ching, che è “uno” dei sistemi, un sistema molto popolare e profondamente considerato e rispettato, ma ci sono altri sistemi paragonabili: per esempio, l’Astrologia.

TM: Esatto. L’Astrologia è un altro di questi sistemi che cercano di definire le relazioni pre–potenti in natura che possono essere conosciute dall’uomo per facilitare il movimento verso il futuro. Penso che il successo dell’Astrologia sia dato dalla sua persistenza; è, dopo tutto, uno dei più persistenti strumenti intellettuali umani. È stata sviluppata quattro o cinquemila anni fa. Ma penso che ciò che preoccupa gli esseri umani moderni riguardo all’Astrologia, è che si tratta di un sistema meccanicistico… è come un gruppo di ingranaggi e ruote che possono girare tutti a una data velocità e quindi i loro stati finali possono essere predetti.

JM: Allora abbiamo nuovamente a che fare con la natura di cicli nidificati.

TM: Noi abbiamo una forte intuizione del libero arbitrio, ed è per questo che penso che la fisica quantistica, con la sua nozione probabilistica di determinazione, sia così attraente per la mente moderna. Riguardo all’I Ching sono giunto alla conclusione che non è possibile conoscere il futuro, perché se fosse possibile conoscerlo la vita sarebbe un determinismo e il pensiero si separerebbe dal significato, e tanto varrebbe chiudere bottega. Tuttavia, ciò che è possibile sapere sul futuro sono i livelli di novità che gli stati futuri realizzeranno con l’avvento di eventi imprevedibili. Ora, questo è un modo formale per dire che “sappiamo dove la strada va, ma non il panorama”. Penso che, per quanto riguarda il futuro, possiamo sapere dove va la strada ma non sapere quale sarà lo scenario. Le persone che hanno considerato la mia teoria hanno detto: “Ebbene, con queste mappe temporali che il tuo computer disegna, stai cercando di sbarazzarti del futuro”. Ma, di fatto, una mappa del tempo non elimina il futuro più di quanto una mappa del Sud America elimina la necessità di andare lì. Semplicemente permette una migliore gestione della propria destinazione.

JM: Poco fa hai menzionato la fisica quantistica, e nella fisica quantistica c’è un certo numero di nozioni diverse relative al futuro. Una nozione è quella di universi multipli, un’altra è probabilistica e sebbene non possiamo sapere con certezza cosa accadrà, possiamo affermare con differenti probabilità quali siano le possibilità. Come si collega questo alla tua visione del tempo e del futuro?

TM: Ebbene, penso che a livello macro-fisico le cose siano piuttosto rigidamente determinate con l’eccezione per gli organismi viventi. Quindi, la mia interpretazione di ciò che è la biologia e di come si relaziona alla fisica quantistica e al tempo è, in realtà, che i sistemi biologici sono amplificatori di indeterminazioni quantistico-meccaniche. Sono un modo di prendere il pizzico di indeterminatezza che esiste a livello micro-fisico e indurlo in una sorta di precipitato macro-fisico che è la vita, la coscienza e l’auto-riflessione.

JM: E tu questo lo vedi descritto nell’I Ching?

TM: Sì, penso che l’I Ching sia un sistema di modellazione astratto di scomposizione fino ai suoi elementi più semplici per poi vedere come funziona. Ora, siamo abituati a pensare alla scienza come un progresso lineare dal lontano passato al presente. Quello che io sto suggerendo è che, almeno in termini di tempo, i Cinesi del periodo pre-Han avevano una nozione del tempo molto più vera e formalmente applicabile di quella che noi stessi abbiamo. Abbiamo fallito nel nostro sforzo di assimilare il tempo nella nostra fisica a causa della nostra ossessione per la materia e la liberazione dell’energia.

JM: Ci sono alcuni studiosi che suggeriscono che il popolo africano degli Yoruba, il cui sistema di divinazione si chiama Ifa, che ha un ciclo, credo, di 244 o 264 vari miti e storie, è ancora più sofisticato dell’I Ching. Hai indagato su questo?

TM: Ho indagato. Ciò che rende l’I Ching così potente, secondo me, è che sembra essere in un’esatta analogia con il meccanismo del DNA. Ci sono 64 codoni che codificano per gli amminoacidi nel DNA e ci sono 64 esagrammi; ci sono 8 esagrammi primari e ci sono 8 amminoacidi indispensabili. Secondo me l’I Ching è veramente la migliore possibilità per l’umanità, perché ha un riflesso nella matrice biologica da cui è emersa la coscienza.

JM: In altre parole, i vari sistemi antichi di divinazione possono tutti riflettere lo sforzo degli esseri umani verso quest… verso una comprensione intuitiva della natura ciclica del tempo e del rapporto tra la mente e lo scorrere del tempo, e l’I Ching potrebbe aver centrato il bersaglio meglio degli altri.

TM: Beh, è come osservare una descrizione del XVII secolo del moto dei pianeti o una descrizione del XX secolo; ci sono miglioramenti fondamentali, ma, sì, penso che l’I Ching rappresenti una percezione primaria dell’organizzazione della mente, del tempo e della materia. E ti dirò anche in qual modo penso che abbia un vantaggio. Credo, in sostanza, che ci sia una tradizione nell’Asia centrale delle cosiddette tecniche per “fermare il cuore”. Queste sono tecniche in cui le funzioni vitali sono soppresse: la respirazione diventa minima, tutti gli input esterni sono sospesi, per cui penso che i saggi cinesi che praticavano questa forma di meditazione abbiano notato un flusso al centro dell’immobilità, e lo hanno chiamato Tao dandone una descrizione fenomenologica, non sapendo se fosse fisica, fisiologia o una divinità.

E non si sono espressi con pre-giudizio. Hanno semplicemente dato una descrizione fenomenologica del flusso trascendentale incontrato in stati di profonda estasi yogica. Ora si scopre che questa è la tecnica perfetta per studiare il tempo. Il tempo non è un fenomeno per il quale costruire macchine di otto chilometri di diametro che costano miliardi di dollari. Il tempo è un fenomeno da studiare andando a cena, forse, o vivendo delle relazioni d’amore, o guardando il passare delle stagioni, attività molto più umili rispetto alla nostra visione del saggio taoista piuttosto che dello scienziato dal camice bianco di quell’attuale religione mondiale che è la scienza. Quindi, in realtà, penso che si sia trattato di un coinvolgimento fisiologico e all’interno dell’esperienza umana.

JM: In altre parole, il laboratorio per studiare il tempo non sarebbe tanto nei nostri osservatori o nei nostri sistemi di orologi al quarzo, ma guardando dentro di noi, osservando il nostro organismo.

TM: Esattamente così. E riguardo al funzionamento della nostra psicologia, secondo me il più grande commentatore del tempo del ventesimo secolo, dopo Albert Einstein, dovrebbe certamente essere Marcel Proust. Proust ha capito molto sul tempo che sperimentiamo, ed è stato in grado di comunicarlo, più di qualsiasi altra persona vissuta prima. E ciò sta dentro i confini di quello che la maggior parte delle persone considera una produzione letteraria piuttosto effemminata ed elitaria.

JM: “La strada di Swann”?

TM: L’insieme di “Alla ricerca del tempo perduto“.

JM: Ebbene, non l’ho letto, quindi qui brancolo nel buio. Abbiamo ancora cinque minuti, potresti riassumere questo punto o approfondirlo un poco?

TM: Penso che il punto che stiamo cercando di sottolineare e che mi ha coinvolto negli ultimi anni, è che una revisione del tempo potrebbe placare gran parte di quella che viene chiamata l’ansia moderna. Inoltre, noi abbiamo limitato le categorie che eravamo disposti a considerare nell’affrontare questo problema, dobbiamo inginocchiarci agli antichi Cinesi e apprendere da loro in questa materia. L’I Ching, come sistema divinatorio di grande antichità, riflette le dinamiche del nostro materiale genetico, e inoltre, anche se non l’ho menzionato questa sera, ha anche profonde proprietà calendaristiche: può essere usato per tenere traccia del tempo e pone le basi per una comprensione di questo curioso fenomeno chiamato sincronicità, l’intreccio casuale di eventi psichici interiori ed eventi esteriori nel mondo reale. Pone le basi per comprendere l’unità di noi stessi con il mondo reale il cui discernimento è reso difficoltoso dal nostro attuale approccio.

JM: Quindi, Carl Jung, il grande psichiatra svizzero che ha scritto – tra l’altro – la prefazione al Libro dell’I Ching di Richard Wilhelm e che ha postulato la teoria della sincronicità, in realtà non ne ha fornito alcun meccanismo. Ha semplicemente detto che funziona in quel modo, cioè che la mente sembra essere collegata a questi eventi, trovando enorme beneficio terapeutico da quella comprensione. Quello che tu stai suggerendo è che il meccanismo potenziale dietro la nozione junghiana di sincronicità ha a che fare con la struttura del tempo stesso, e stai suggerendo, quindi, che la mente umana, proprio a questo livello profondo che i saggi hanno scoperto fermando le loro funzioni fisiologiche, che la mente ha una struttura parallela, una struttura isomorfica.

TM: Questo è esattamente il punto centrale: la mente emerge dalla materia. È per questo che l’I Ching lavora in entrambi i mondi: uno è il riflesso dell’altro. La chiave per guarire questo apparente dualismo sta nello studio della meccanica temporale indicata dall’I Ching. E credo che l’abbiamo fatto, formalmente, in modo matematico.

JM: Terence Mckenna, stai provocatoriamente presumendo che l’I Ching, che alcuni vedono come una religione e altri considerano una superstizione, è in realtà una scienza. E, mi sembra di capire che il vostro software Timewave Zero si propone di dimostralo.

TM: Crediamo che lo dimostri. Naturalmente, alla fine, spetterà ai nostri colleghi giudicare il valore del nostro… caso.

JM: Terence è stato un piacere. Grazie mille per essere stato con noi.

TM: È stato un piacere essere qui, Jeffrey, e parlarne con te. Non è un argomento facile, credimi.––

—————-

Fonte originale: video …. https://www.youtube.com/watch?v=Fxrt4IraHEo
Trascrizione … https://www.asktmk.com/talks/Time+and+the+I+Ching
Traduzione dalla trascrizione: Paola

Cercare l’armonia, Taoist Master A. Huang (estratto) (Libro)

05 mercoledì Ago 2020

Posted by Paola in I Ching, Libri, Master Huang, Percorsi spirituali, Taoismo

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Cercare l’armonia, Maestro Taoista Alfred Huang – estratto da “Understanding the I Ching” (Alfred Huang, 2014) (Libri)

Dalla Prefazione

In quanto cinese, considero l’I Ching come la Bibbia della Cina. Come l’acqua ha la sua fonte e gli alberi le loro radici, l’I Ching è la fonte e le radici della cultura cinese. Considero le Otto Ali scritte da Confucio e dai suoi discepoli come la migliore interpretazione dell’ I Ching, poiché Confucio e i suoi discepoli vissero dopo solo 500 anni dall’apparizione dell’I Ching di Re Wen.

Credo che l’I Ching sia una raccolta d’infinita saggezza delle esperienze delle antiche genti, esperienze che si sono accumulate nel corso di migliaia d’anni e sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione. Dopo aver raccolto tutto il meglio di queste influenze, aggiungendo le sue esperienze di vita e la sua filosofia, Re Wen compose l’I Ching della dinastia Zhou (1).

Avevo sedici anni quando mio nonno, il mio mentore, mi introdusse all’I Ching. Mi parlò dei sei draghi che volano nel cielo e della giumenta che galoppa nella vasta pianura, il primo e il secondo esagramma – (1) Qian e (2) Kun – dell’I Ching. Mi spiegò dettagliatamente le quattro figure cinesi di yuan, heng, li e zhen, i principi guida dell’I Ching (2).

Mi disse che la maggior parte delle persone considera l’I Ching come un manuale per predire la fortuna, ma che in realtà l’I Ching è un libro che porta le persone a praticare un modo di pensare sincero e un comportamento appropriato. Chiunque pensi e agisca in accordo con le istruzioni dell’I Ching è un uomo o una donna superiore o, come si direbbe oggi, un gentiluomo o una gentildonna. Vivendo secondo i principi dell’I Ching si ottiene buona sorte e si evita sventura.

Mio nonno sottolineava anche che l’I Ching indirizza le persone a formare un’atteggiamento positivo che può essere espresso come: “il Cielo agisce con vitalità e perseveranza, la persona superiore mai cessa di mantenersi forte; e “la natura della Terra è rispondere con sottomissione, la persona superiore accresce la sua virtù per sostenere tutti gli esseri.” Come detto ugualmente da Lao Tzi: “Gli uomini seguono la Terra, la Terra segue il Cielo, il Cielo segue il TAO e il TAO segue la Natura.”

Una volta mio nonno mi parlò dell’anima dell’I Ching, e mi disse: “L’anima dell’I Ching è Cercare Armonia, il tredicesimo gua. Il tema principale dell’I Ching è cercare l’armonia, cosa che si dovrebbe perseguire con totale mancanza di egoismo e tenendo in considerazione i migliori interessi della maggioranza.”

Quando venni imprigionato nel 1966, fu in luogo orribile come mai avrei potuto immaginare. Come dovevo comportarmi con tutte le altre persone che a quel tempo avevo intorno a me? Mi ricordai ciò che l’I Ching insegnava e ciò che Confucio aveva spiegato. Il Maestro aveva detto: “Ho sentito dire che l’uomo superiore non è di parte”, e poi anche: “L’uomo superiore si contiene e non è mai litigioso; è socievole, ma non si asserra in un gruppo”. Grazie a Dio, durante i ventidue anni della mia reclusione ai lavori forzati, sono riuscito a non tradire nessuno dei miei amici e a non riportare nulla contro di essi alle autorità, sia all’interno o all’esterno della prigione… specialmente quando venivo interrogato dai mandanti governativi che mi chiedevano di riferire parole o atti dei miei compagni che fossero contro il governo o il partito. Ero estremamente felice perché quella era l’unica occasione che avevo di parlare liberamente in accordo con la mia libera volontà “riferendo” al governo tutte le buone parole e azioni dei miei amici.

Il raccolto più prezioso di quei ventidue anni di prigionia e abusi fu di aver sempre confidato nella guida Divina, essere stato come una giumenta: “Predefinendo, si perde; Seguendo, si riceve un maestro”, in accordo con il secondo esagramma dell’I Ching.

In merito alla sottomissione della giumenta, mio nonno era solito dire: “Si dovrebbe obbedire a ciò che il Divino guida.”.

Ricordo ancora il giorno in cui venni liberato e uscii di prigione. Non appena varcato il cancello, dissi una preghiera: “Caro Dio, ho superato l’esame!”

Non ho mai pensato che fosse una sofferenza ma, piuttosto, l’ho considerato un addestramento!

– Estratto da “Understanding the I Ching”, Taoist Master Alfred Huang

Traduzione: Paola

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(1) Prima dell’I Ching di Re Wen, ci furono altri due I: l’I della dinastia Xia (2005-1766 a.C.) e l’I della dinastia Shang (1766- 1122 a.C.). Sfortunatamente, di questi due libri precedenti sono rimasti solo dei frammenti.

(2) Yuan, heng, li e zhen: i quattro attributi di Cielo e Terra. Tradotti possono assumere il significato di spuntare, crescere, fiorire e fruttificare. Ciascuno di questi quattro attributi lascia il passo al successivo secondo il cambio delle stagioni, ciclicamente e ripetutamente.

Altro di Master Huang

Francois Jullien: tra Bibbia e I Ching, Carlo Sini (Video)

13 mercoledì Mag 2020

Posted by Paola in Filosofia, I Ching, Inserimenti, Libri, Taoismo, Video

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François Jullien: tra Bibbia e I Ching, Carlo Sini (2010) (Video) (Libro)

Conversazione di Carlo Sini sul libro “Figure dell’immanenza, una lettura filosofica dell’I Ching” di François Jullien, Laterza (2005)

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Il numero: l’archetipo dell’ordine, M. Teodorani

05 martedì Feb 2019

Posted by Paola in I Ching, Inserimenti, Linguaggio, Neoscienze, Realtà Parallele, Stati altri di coscienza

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Il numero: l’archetipo dell’ordine, Massimo Teodorani [estratto da: Sincronicità, Macro Edizioni]

Il numero stesso è un archetipo. Del resto se ne era accorto bene lo stesso Jung proprio quando studiava l’I Ching e le sue caratteristiche sincroniche. I numeri hanno un significato profondo, ed è questa la ragione per la quale essi apparivano così frequentemente nelle pratiche divinatorie dell’I Ching. Essendo il numero un archetipo, esso è connesso direttamente alla sincronicità. Dal momento che lo scopo del numero è quello di portare ordine, Jung lo denominò “archetipo dell’ordine”. Il numero inoltre appare in quei simboli del “sé” – ovvero di quella parte di noi che ci ricollega all’inconscio collettivo – che sono i mandala, i quali hanno spesso la struttura quaternaria, oppure fatta da multipli di 4.

Come si vedrà in seguito, proprio la struttura quaternaria del mandala giocherà un ruolo predominante nel porre le basi della psicofisica sognata da Pauli e da Jung. Il numero sembra essere usato dall’inconscio proprio per creare ordine. Non è dunque un artefatto dell’uomo, bensì la manifestazione di una realtà superiore che noi possiamo usare come strumento sia per metterci in collegamento sincronico con la dimensione superiore che per costruire le leggi della scienza che hanno alla loro base una formulazione matematica.

I numeri servono come mediatori tra la realtà esterna e quella mentale. Pauli era completamente d’accordo con Jung al punto tale che riteneva che il concetto di archetipo dovesse essere compreso in maniera tale da includere le idee delle serie continue dei numeri interi in aritmetica e il concetto di continuo in geometria. Questo potrebbe aiutare a capire per quale ragione le teorie matematiche, proprio come quelle su cui lavorava Pauli, che sono nate solo ed esclusivamente da intuizioni provenienti dal profondo della psiche, possano poi essere messe in pratica per spiegare la realtà fisica.

L’inconscio stesso è infatti in grado di produrre spontaneamente strutture matematiche consistenti di numeri naturali e in certi casi anche di “matrici” (proprio come quelle che usò Pauli per descrivere quantitativamente certi importanti concetti della meccanica quantistica), al fine di esplicitare palesemente e alla luce della coscienza delle forme di ordine. I numeri, dunque, sembrano rappresentare sia un attributo della materia che il fondamento inconscio dei nostri processi mentali. Per questa ragione, sia per Jung che per Pauli, le forme rappresentate dai numeri sono quel particolare elemento che unisce i regni della materia e della psiche. (…)

Il numero è sia un veicolo di conoscenza che un legante tra due mondi tra loro complementari e costituenti quella totalità che si esplica nel mondo quantico.

Noi sappiamo che quel linguaggio simbolico che è la matematica rappresenta le fondamenta della fisica moderna. Ma allora ci si potrebbe chiedere: quali sono le fondamenta della matematica e per quale ragione funzionano così bene? Se non siamo in grado di rispondere a questa domanda, allora la scienza che riusciamo a padroneggiare così bene è basata su cose che ancora non capiamo. In sostanza lo scopo di Pauli era di rispondere anche a questa domanda, e la risposta la si trova solo concependo una nuova fisica che unisca la materia alla mente.

L’ipotesi archetipica del numero fu particolarmente sviluppata da  un’altra importante analista della scuola di Jung che ebbe in cura Pauli, la dottoressa Marie-Louise von Franz. Questa studiosa, sicuramente la massima divulgatrice del pensiero di Jung, arrivò a fissare con chiarezza i concetti di archetipo studiati come una sonata di piano a quattro mani da Pauli e da Jung. Von Franz arrivò a capire che tutti i fenomeni mentali e fisici sono aspetti complementari della stessa realtà unitaria trascendentale.

Alla base di essi esistono certe fondamentali forme dinamiche chiamate “archetipi”. Ogni specifico processo, sia esso fisico o mentale, è una particolare rappresentazione di alcuni di questi archetipi. In modo particolare, gli archetipi del numero forniscono la base per tutte le possibili espressioni simboliche. È dunque possibile, in linea di principio, che un “linguaggio neutro”, costruito sulla base di queste rappresentazioni simboliche astratte che sono gli archetipi del numero, possa fornire una descrizione altamente unificata di tutti i fenomeni mentali, psichici, parapsichici e fisici. (…)

Estratto da: Sincronicità, il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra – Macro Edizioni

Massimo Teodorani è un astrofisico e divulgatore scientifico. Dopo la laurea in Astronomia ha conseguito il dottorato di ricerca in fisica stellare. Ha lavorato presso gli osservatori di Bologna e al radiotelescopio del CNR di Medicina (BO). Svolge tuttora ricerche teoriche nel campo del progetto SETI e prosegue la sua ricerca sulla fisica dei fenomeni luminosi anomali. Per Macro Edizioni ha pubblicato numerosi libri tra cui: Tesla, lampo di genio; Bohm, la Fisica dell’Infinito; Marco Todeschini, spaziodinamica e psicobiosifica; Entanglement; e Teletrasporto.

The numerology of the I Ching, Taoist Master Alfred Huang (estratto) (Libro)

29 mercoledì Ago 2018

Posted by Paola in I Ching, Libri, Linguaggio, Master Huang, Stati altri di coscienza, Taoismo

≈ Commenti disabilitati su The numerology of the I Ching, Taoist Master Alfred Huang (estratto) (Libro)

alfred-huangThe Numerology of the I Ching, Master Taoist  Alfred Huang – Inner Traditions Publishing (estratto) (Libro)

Se mi fossero dati altri anni di vita, ne dedicherei cinquanta a studiare il Libro dell’I, e allora soltanto potrei forse non commettere grandi errori.

– Confucio all’età di 70 anni

Estratto dalla prefazione

Il mio contributo in questo libro è trattare i misteri della sequenza di Re Wen, il significato nascosto delle yao [linee, ndt], il governatore del gua (la linea che rappresenta il tema centrale del gua [esagramma, ndt]) e i giudizi di fortuna o sventura. Ho prestato particolare attenzione a trattare i trentasei gua più familiari ai cinesi e al significato celato nel gua mutuo [1].

Il metodo di divinazione introdotto in questo libro è completamente diverso da quello presentato in The Complete I Ching. Per i cinesi consultare l’I Ching è tanto una scienza quanto un’arte. In quanto arte, prevede di esercitare la propria intuizione nel meditare i simboli e compredere il testo. Come scienza, richiede che si possegga la conoscenza delle linee e dei gua, i loro nomi, simboli e strutture, e anche le loro posizioni, le relazioni e significati. Si dovrebbe anche conoscere i principi celati nei mutamenti e nella numerologia delle linee e dei gua. In questo modo, una persona può affermare di comprendere veramente l’I Ching ed essere in grado di apprezzarne la profondità e mistero.

Nel corso della storia cinese, sono apparse oltre un centinaio di scuole differenti sul come studiare l’I Ching e applicare la sua saggezza nella vita quotidiana. Ogni scuola ha scritto dei commentari e ha portato i suoi contributi. C’è un numero immenso di commentari sull’I Ching, e i cinesi definiscono la cosa “vasta come il mare”. Nonostante un tale numero di approcci, tutti questi possono essere catalogati in due scuole principali: la Scuola della Moralità e della Ragione (The Moral and Reason School), e la Scuola del Simbolo e del Numero (The Symbol and Number School). La Scuola della Moralità e della Ragione pone l’enfasi sul significato del testo e il suo messaggio morale. La Scuola del Simbolo e del Numero pone l’attenzione sulle forme delle linee e le loro reciproche relazioni, così come sulla numerologia e i fenomeni naturali rappresentati dai simboli e dai numeri. La Scuola della Moralità e della Ragione è nota come la scuola Confuciana dello studio dell’I Ching, mentre la Scuola del Simbolo e del Numero è conosciuta come la scuola Taoista. La Scuola della Moralità e della Ragione insegna l’arte del comprendere l’I Ching, mentre la Scuola del Simbolo e del Numero ne insegna la scienza. Il libro The Complete I Ching segue la scuola Confuciana, mentre questo libro segue la scuola Taoista. Attraverso questi due libri uno può conoscere tanto l’aspetto yin dell’I Ching quanto il suo aspetto yang: sono come fratello e sorella. In realtà, secondo il mio piano iniziale, questi erano due volumi di un unico libro.

– Estratto da: The numerology of the I Ching, A sourcebook of symbols, structures and traditional wisdom – Master Taoist Alfred Huang, Inner Traditions Publishing

Traduzione: Paola

Nota – [1] In altre traduzioni: intrinseco o reciproco.


Link: Master A. Huang, Articoli correlati

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