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Archivi della categoria: Deng Ming-Dao

Apprezzamento, Deng Ming-Dao

23 lunedì Set 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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Oggi il sole è sorto e tramontato in dodici ore. Abbiamo colto pere dorate da rami stracarichi. Inerpicatici per mille scalini fino a un rustico tempio, abbiamo reso le nostre offerte agli dei.

La sera ci siamo seduti in calorosa compagnia. La luna crescente si è poi unita a noi. Attinta l’acqua al fiume dalle trecce d’argento, l’abbiamo versata in una caraffa di coccio.

Preparare un buon tè non è cosa facile, ma questa teiera ha una storia venerabile: per averla, uno studioso cedette tutti i suoi libri. E oggi sprigiona l’aroma dell’antichità.

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L’equinozio d’autunno coincide con il tempo della riflessione sulla vita. Se il raccolto è stato abbondante, dobbiamo esprimere il nostro ringraziamento. Se l’anno è stato difficile, dobbiamo gioire per ciò che già abbiamo e decidere di sfruttare meglio le prossime occasioni. Per apprezzare la vita non occorrono premesse quali la ricchezza o l’abbondanza: soltanto gratitudine verso la bellezza del mondo.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Innocenza, Deng Ming-Dao

22 domenica Set 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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Farfalla nera e arancione che vola gioiosa. Le ali come mani di suora: dapprima giunte in preghiera, quindi aperte in offerta.

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Il mondo si muove verso la guerra. I grandi leader fanno della retorica. Gli eserciti si ammassano ai confini. Sembra che il mondo non si stanchi mai dei conflitti.

Dovremmo ricordare sempre gli innocenti, ciò che è tenue, delicato e bello. Una farfalla vive un giorno appena. Viene al mondo quasi solo per volare e accoppiarsi. Non si pone domande circa il proprio destino, non si cimenta in pratiche di alchimia per allungare la propria esistenza o cambiare la propria sorte: trascorre in felicità la breve vita che ha a disposizione.

Una farfalla è sempre attirata dal bello. Si tratti del sole, di un filo d’erba o del bordo di una rosa color rubino, è ad esso che la farfalla dedica la propria breve esistenza.

Nemmeno i matti e gli iracondi infastidiscono la farfalla. Perchè allora non imparare a rispettare l’innocenza nel nostro prossimo? Forse passiamo troppo tempo in situazioni brutte. Nel nome del senso pratico e del realismo, non facciamo che pensare alla strategia, alla difesa, al territorio, alla conquista, allo sfruttamento. Per noi è troppo tardi: non possiamo essere come la farfalla. Ma almeno possiamo renderle onore, e cercare di condurre un’esistenza semplice e il più possibile vicina alla sua.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Pregiudizio, Deng Ming-Dao

13 martedì Ago 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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Nessun figlio è brutto per la madre. Nessuno resta indifferente a se stesso.

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Sappiamo tutti che cos’è il pregiudizio, Può presentarsi sotto forme diverse: nazionalismo, sciovinismo, provincialismo, razzismo. Molti di noi si scagliano contro simili ingiustizie: finchè esisteranno pregiudizi, dichiariamo, non saremo mai in grado di conoscerci veramente.

Ciononostante, a impedirci di conoscere noi stessi è proprio una particolare forma di pregiudizio. A pensarci bene, noi siamo la persona che preferiamo al mondo: provvediamo a tutti i nostri bisogni corporei, ci lasciamo andare ai piaceri dei sensi, soddisfiamo le nostre curiosità intellettuali e assecondiamo le nostre ambizioni più sfrenate. Quando ci ammaliamo o ci troviamo in difficoltà, nessuno prova dolore o si lamenta più forte di noi. Quando siamo soddisfatti, nessuno gioisce più intensamente. In punto di morte, nessuno più di noi si aggrapperà disperatamente alla vita.

Se siamo schiavi dei nostri appetiti, non potremo dedicare attenzione alla spiritualità. Se l’agio ci appaga più della fatica, la nostra forza interiore non basterà mai per intraprendere una ricerca spirituale. Se le idee dell’intelletto contano per noi più dell’esperienza, la nostra percezione del TAO non sarà mai autentica. Se continuiamo a insistere sulla nostra separatezza e individualità rispetto all’universo, non raggiungeremo mai la vera unione. Nessun figlio è brutto per la madre, poichè è lei ad averlo creato. Lo stesso vale per noi: siamo inevitabilmente parziali verso noi stessi, poichè siamo noi a crearci. Se vogliamo raggiungere un obiettivo spirituale, qualunque esso sia, dobbiamo prima affrontare e risolvere questo pregiudizio.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Interiorizzazione, Deng Ming-Dao

18 giovedì Lug 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Società, Taoismo

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La gente pensa di non dover imparare, perchè tante sono le informazioni disponibili. Ma la conoscenza è qualcosa di più del possedere semplici informazioni. Solo i saggi si muovono con sufficiente rapidità.

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La quantità di informazioni disponibili al giorno d’oggi non ha precedenti. Nel Medioevo, pochi volumi potevano racchiudere in un’enciclopedia tutti i fattori noti, e un despota poteva controllare il popolo semplicemente isolando o distruggendo una biblioteca. Oggi la massa di informazioni ha raggiunto proporzioni oceaniche.

Di fronte a una simile enormità, alcuni assumono un atteggiamento letargico. Pensano che, se tante cose sono effettivamente a portata di mano, non c’è alcun serio bisogno di imparare nulla. Queste persone escono e si procurano il necessario solo al momento del bisogno. Ma la vita si muove troppo velocemente perchè possiamo concederci di restare pigri. Così come il flusso di informazioni ha conosciuto una crescita esponenziale, il ritmo delle decisioni è andato enormemente accelerando. Non possiamo restare passivi: dobbiamo interiorizzare le informazioni e situarci in un punto preciso del flusso.

Si dice che l’uomo medio sfrutta solo il dieci per cento delle proprie capacità mentali. Un genio il quindici. Dunque, se soltanto riuscissimo ad attivare per intero il nostro potenziale potremmo restare al passo con i tempi. Essere al passo con i tempi significa infatti possedere cultura, determinazione ed esperienza. Non dovremmo mai smettere di imparare, nè di esplorare o di imbarcarci in nuove avventure. Comportiamoci come gli antichi esploratori: ciò che essi scoprirono per sè supererà sempre di gran lunga ciò che i lettori riescono oggi ad acquisire attraverso le loro testimonianze scritte.

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Immediatezza, Deng Ming-Dao

14 domenica Lug 2019

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Percezione, Spiritualità, Taoismo

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Quando ci laviamo il viso, riusciamo a scorgere il nostro vero io?

Quando uriniamo, riusciamo a ricordare cos’è la purezza?

Quando mangiamo, riusciamo a ricordare i cicli di tutte le cose?

Quando camminiamo, riusciamo a sentire la rotazione dei cieli?

Quando lavoriamo, siamo felici di ciò che stiamo facendo?

Quando parliamo, le nostre parole sono prive di malizia?

Quando compriamo, siamo consapevoli dei nostri bisogni?

Quando ci imbattiamo nella sofferenza, offriamo aiuto?

Quando ci troviamo di fronte alla morte, restiamo lucidi e impavidi?

Quando siamo in conflitto, cerchiamo di riportare l’armonia?

Quando siamo con i nostri cari, esprimiamo il nostro affetto?

Quando alleviamo i figli, siamo fermi ma dolci?

Quando affrontiamo i problemi, siamo tenaci e lungimiranti?

Quando finiamo di lavorare, ci concediamo un po’ di riposo?

Quando ci prepariamo a riposare, sappiamo come placare la mente?

Quando dormiamo, scivoliamo nel vuoto assoluto?

– Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno: 365 meditazioni – Ed. Guanda

Seguire il TAO, Deng Ming-Dao

23 venerdì Giu 2017

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Inserimenti, Taoismo

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Seguire il TAO, Deng Ming-Dao

Seguire il TAO significa seguire un sentiero di vita. Si tratta di uno stile di vita capace di sostenervi, guidarvi e condurvi attraverso innumerevoli e profonde esperienze. È un sentiero spirituale di gioia e introspezione, libertà e profondità.

Il TAO è dovunque. È letteralmente il movimento di tutta la vita. È senza confini e fluisce in tutte le direzioni. Seguire il TAO ha senso, dal momento che è l’eterno processo che si sviluppa nell’universo. Se nuotiamo in un fiume, dovremmo approfittare della corrente.

Lo studio del TAO ebbe origine in Cina e la sua storia si sviluppa per migliaia di anni. I suoi metodi, le sue dottrine e le sue pratiche si sono evolute in un sistema tanto fittamente ramificato e complesso da non poter essere pienamente compreso nemmeno dedicando una vita intera al suo studio. Alcuni ci provano ancora. Gli iniziato al TAO religioso, avendone avuta la vocazione e l’opportunità, seguono una vita ardua e devota. Ma il TAO fluisce sia per gli asceti che per la gente comune. In fondo, dobbiamo fronteggiare tutti le stesse avversità: il sole sorge e tramonta su ciascuno di noi, le stagioni cambiano per tutti, ogni persona è soggetta all’invecchiamento. Il processo del TAO ci riguarda tutti, senza distinzioni. La sola domanda è se ne acquisiremo la consapevolezza e vivremo secondo le sue regole.

Tutti possono vivere secondo i principi del TAO e non dobbiamo differirne lo studio a un remoto futuro in cui ci sentiremo in grado di entrare nell’isolamento della vita spirituale. Non c’è nulla di quel che facciamo che non sia parte del TAO. Tutto quello che occorre per iniziare a vivere una vita in armonia con il TAO è l’impegno per una costante consapevolezza. Dopo di che c’è solo l’esaltante processo di apprendere sempre di più sul TAO.

Ecco alcune prerogative di chi vuole seguire il TAO:

Semplicità – I seguaci del TAO conducono una vita semplice. Conservano le loro energie, sono contenti di ciò che hanno. Siccome non perseguono gli abbaglianti obiettivi degli ambiziosi, sono in grado di mantenere il loro equilibrio.

Sensibilità – Chi segue il TAO rispetta gli altri, evita gli aggressivi e aiuta i bisognosi. Ama la natura e trascorre il tempo in solitudine, imparando dagli esempi della natura, studiando gli animali e assorbendo la lezione di creatività della natura. La natura non è proprio sinonimo di TAO, ma ne è interamente parte e, quindi, una via perfetta per intravedere il TAO.

Flessibilità – Questo è l’aspetto del TAO che gli adepti di altre discipline hanno più problemi ad accettare. Dal momento che il TAO ritiene che tutto nel mondo sia relativo, non sposa alcuna idea assoluta. Un seguace del TAO raramente escluderà qualcosa, dal momento che ritiene che qualunque scelta dipenda dalle circostanze, piuttosto che da nozioni preconcette.

Indipendenza – Chi segue il TAO raramente si cura dei dettati, delle mode, delle tendenze, dei movimenti politici o della morale della società. Li trova troppo limitati, imperfetti e insignificanti. Non che i seguaci del TAO siano immorali. Agiscono semplicmente a un livello molto più profondo dello spirito. Per questo sono stati spesso accusati di essere pericolosi per la religione e la società. Ma chi segue il TAO antepone la saggezza e l’esperienza al governo, alla moralità convenzionale e all’etichetta.

Focus – Coloro che seguono il TAO realizzano la direzione interiore delle loro vite. Accettano di essere ciò che sono e per prima cosa constatano e poi accettano i dettagli della loro esistenza. Traggono vantaggio da ciò che sono e non tentano di divenire ciò che non sono. Accettano di essere nati e accettano il fatto che moriranno e considerano la distanza tra questi due punti il loro sentiero personale. Accettano che ogni stadio della loro vita abbia aspetti positivi e negativi e cercano di sfruttare quelli positivi.

Studio – Siccome una vita secondo il principi del TAO è fatta di semplicità, osservazione e azione, la gente si sforza di migliorarsi per seguire il TAO con maggiore perfezione.

Disciplina – Chi segue il TAO è disciplinato. Questa disciplina non è una rigida struttura che viene imposta alla personalità individuale, ma consiste piuttosto nell’intraprendere azioni ordinate verso un obiettivo specifico. Ciò richiede un altissimo grado di concentrazione.

Gioia – Una volta raggiunto il TAO non c’è più alcun dubbio. È come aver visto Dio o il paradiso; qualunque cosa si dica o si faccia è un’esperienza che non può essere cancellata. Così è per coloro che hanno visto il TAO e che vivono nel suo flusso: hanno un senso della gioia profondamente vivificante. Si sentono direttamente collegati alla sorgente della vita. Non temono la tirannia poichè nessun tiranno potrebbe mai distruggere la loro fede nel TAO. Non temono la povertà, poichè il TAO offre loro una traboccante ricchezza. Non hanno paura della solitudine, perchè il TAO li circonda costantemente. Non hanno paura della morte, perchè sanno che non c’è morte nel TAO.

– Estratto da: Il TAO della vita quotidiana, Deng Ming-Dao – Ed. Tea Due (attualmente fuori catalogo)

Coltivare se stessi secondo il TAO, Deng Ming-Dao

23 venerdì Giu 2017

Posted by Paola in Deng Ming-Dao, Filosofia, Taoismo

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Coltivare se stessi secondo il TAO, Deng Ming-Dao

In sostanza il TAO parte dal presupposto che, coltivando il proprio carattere interiore, si può entrare in sintonia con l’esterno. È questa una distinzione molto importante. Di fronte ai misteri dell’universo e alle avversità della vita, i seguaci del TAO pensano innanzitutto a fortificare il proprio carattere. Ciò si discosta notevolmente da molte forme di pensiero moderne. Oggi come oggi, davanti a un fiume troppo largo costruiamo subito un ponte con cui scavalcarlo. Se qualcuno ci aggredisce, automaticamente pensiamo che la colpa sia tutta dell’aggressore e cerchiamo aiuto per difenderci da lui. E, volendo cimentarci con qualcosa di lontano, prendiamo un aereo e cancelliamo la distanza per correre a esplorarlo.

Il presupposto da cui muovono coloro che seguono il TAO è molto diverso. Il che non significa non voler costruire un ponte, non combattere un aggressore o non esplorare ciò che è lontano, ma essere piuttosto disposti a considerare anche altri aspetti del problema. Di fronte a un fiume il seguace del TAO potrebbe chiedersi che bisogno c’è di un ponte: ciò che egli ha già non basta? E se insieme al ponte sorgessero squilibri di ordine naturale, sociale, economico o persino estetico?

Di fronte all’aggressore, egli si domanderebbe invece se a provocare l’attacco non sia stato magari lui stesso, con un gesto particolare. E, in tal caso, si trattava di un gesto evitabile? Naturalmente si difenderebbe, ma anche allora la difesa personale gli verrebbe da un lungo e solitario allenamento che non da una violenza frenetica e indiscriminata verso l’esterno.

Prima di andare a esplorare ciò che è lontano, il seguace cercherebbe di conoscere se stesso. Egli crede infatti che il mondo esterno possa essere conoscibile sono in relazione a un punto di vista interiore, e prima di sforzarsi di comprendere gli altri desidererebbe dunque avere una maggiore comprensione di sé.

Coltivare se stessi è la premessa indispensabile per conoscere il TAO. Per quanto se ne possano cogliere visioni fugaci anche nel mondo esterno, ognuno deve affinare la propria sensibilità individuale per poter poi osservare come funzionano le cose su una scala più grande.

– Estratto da: Il TAO per un anno, 365 meditazioni [Introduzione], Deng Ming-Dao – Edizioni Guanda (attualmente fuori catalogo)

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