Origine e senso della Storia, Karl Jasper – Ed. Mimesis
Estratto dall’Introduzione
Uno dei più importanti contributi contenuti in quest’opera è l’introduzione del concetto di Età Assiale (Achsenzeit). Con questa espressione Jaspers indica una realtà empirica, un periodo lungo seicento anni che va dall’800 a. C. al ‘200 a. C.. Cinquecento anni prima di Cristo, in cinque luoghi differenti dell’Eurasia nascono una serie di profeti, filosofi e sapienti capaci di imporre una nuova visione del mondo, figure religiose o politiche che, con il loro pensiero, hanno contribuito a imprimere una svolta al corso della storia. Cinque luoghi di irruzione: Grecia, Palestina, Persia, Cina, India. Confucio e Lao-tse in Cina, le Upanishad e Buddha in India, Zarathustra in Iran, i profeti di Israele nel Medio Oriente, Omero, i filosofi, i tragici in Occidente, ne rappresentano i vertici.
L’Età Assiale coincide con la nascita spirituale dell’umanità. È un periodo in cui si sviluppò la coscienza di sé dell’uomo e la scoperta dello spirito, quelle che si sarebbero chiamate più tardi ragione e personalità. Da quel momento l’uomo seppe anche di avere una storia. Un’epoca in cui si crearono grandi conflitti, una grande inquietudine, a cui sopravvenne storicamente il collasso da cui nacquero i grandi imperi storici. Jaspers scopre come un “asse” della storia, nel senso che sta in mezzo tra la preistoria, la prima parte della storia delle civiltà millenarie e la storia mondiale moderna, un asse rispetto a cui tutto lo svolgimento precedente appare come una preparazione e quello successivo come una nuova coscienza. Un asse anche nel senso della sua verticalità, nel senso che esso indica una dimensione trascendente, una struttura di auto comprensione storica per tutti i popoli il cui vertice è ipotizzabile intorno al 500 a. C.. “Lì c’è come una linea di demarcazione della storia”. Lì sorse l’uomo come lo conosciamo, lì sorse la modalità in cui all’uomo è ancora data la sua autocomprensione fondamentale. Jaspers riprende in questa nozione di assialità un’espressione che già Hegel aveva usato nelle Lezioni di filosofia della storia per indicare il “punto di svolta” e il “cardine” costituito, nella sua visione della storia universale, dall’avvento del Cristianesimo. “Questo nuovo principio è il cardine intorno al quale gira la storia mondiale. Fin qui arriva la storia e a partire di qui riprende il suo corso”, così scriveva Hegel a proposito del punto di svolta Cristiano-centrico e Euro-centrico.
La novità introdotta da Jaspers, e che rappresenta una delle ragioni di attualità del suo discorso, è che la svolta assiale coinvolge quasi simultaneamente almeno cinque visioni del mondo o religioni che stanno all’origine di altrettante civiltà. “E questo contemporaneamente ma senza che nessuno sapesse delle altre”. La nascita è simultanea e parallela e non c’è nessuna gerarchia tra le diverse civiltà. Esse hanno, come vedremo più avanti, una parentela profonda ma sviluppi diversi e indipendenti. Questa apertura rende l’analisi jaspersiana molto utile di fronte alla società globalizzata. Che cosa si annuncia nell’Età Assiale? L’uomo prende coscienza dell’essere nella sua interezza, prende coscienza dei suoi limiti e anela alla completezza e alla trascendenza. Questa tensione dette vita a conflitti spirituali. In questo caos vennero elaborate le categorie fondamentali secondo cui pensiamo ancora oggi. “In ogni senso fu compiuto il passo nell’universale” (21). Le tradizioni e i costumi vennero messi in discussione, eliminati e trasformati. L’epoca mitica con la sua quiete era alla fine. Le concezioni nuove erano in lotta contro i miti, per questo ne furono creati di nuovi e nacquero le religioni del Dio unico. Ci fu una nuova spiritualizzazione: dalla calma dell’essere-dentro-della-vita si passa all’inquietudine della polarità degli opposti e delle antinomie. L’uomo non è più chiuso in se stesso ma incerto e aperto a nuove infinite possibilità. Per la prima volta compaiono i filosofi. Degli uomini osarono contare su se stessi come individui. Altri, eremiti e pensatori vaganti, diffusero i loro semi spirituali. L’uomo si mostrò capace di contrapporsi interiormente all’universo intero. Il pensiero speculativo e la ricerca dell’uomo autentico, il ritiro e la fuga dal mondo, esaltarono la ragione e misero al mondo la personalità. La distanza tra le vette raggiunte da alcuni e le masse era enorme. L’esserci umano diviene oggetto di analisi come storia. Ci si vede di fronte ad una catastrofe e si vuole fare qualcosa con la perspicacia, l’educazione, la riforma. L’ascesa comportò anche distruzione oltre che creazione. L’esito della rivoluzione assiale fu politico, fu, secondo Jaspers, la creazione di grandi imperi secolari che presero il posto di regni frantumati. Ma prima che cosa c’era?
Nel profilo della storia universale disegnato dal filosofo tedesco all’inizio c’è la lunga preistoria umana che fa emergere la coscienza dell’unicità dell’uomo sulla terra. Alla lunga preistoria segue la storia pre-assiale che abbraccia circa cinquemila anni e si articola nelle antiche alte civiltà che però vissero come delle storie separate da cui scaturì “il balzo in avanti” verso l’universale rappresentato dal periodo assiale. Ora, ovvero quando l’autore scrive (1949), ovvero all’inizio della seconda metà del secolo scorso, si sta dispiegando una nuova era planetaria, una vera e propria storia mondiale che comincia in Occidente ma si diffonde su tutta la terra. Jaspers scrive che questa terza fase appartiene essenzialmente ancora al futuro. Ora, che quel futuro si è in parte compiuto, possiamo dire che la spinta verso la globalizzazione si va realizzando e Jaspers non si era sbagliato. Nella terza fase si va verso l’unità del tutto, la chiusura dello spazio oltre la quale non si può andare. Siamo in una nuova Età assiale oppure siamo al compimento di premesse fondate proprio nell’Età assiale? Vedremo più avanti la portata di questa domanda.
– Estratto da: Origine e senso della storia, Karl Jasper – Mimesis Edizioni