Coltivare se stessi secondo il TAO, Deng Ming-Dao

In sostanza il TAO parte dal presupposto che, coltivando il proprio carattere interiore, si può entrare in sintonia con l’esterno. È questa una distinzione molto importante. Di fronte ai misteri dell’universo e alle avversità della vita, i seguaci del TAO pensano innanzitutto a fortificare il proprio carattere. Ciò si discosta notevolmente da molte forme di pensiero moderne. Oggi come oggi, davanti a un fiume troppo largo costruiamo subito un ponte con cui scavalcarlo. Se qualcuno ci aggredisce, automaticamente pensiamo che la colpa sia tutta dell’aggressore e cerchiamo aiuto per difenderci da lui. E, volendo cimentarci con qualcosa di lontano, prendiamo un aereo e cancelliamo la distanza per correre a esplorarlo.

Il presupposto da cui muovono coloro che seguono il TAO è molto diverso. Il che non significa non voler costruire un ponte, non combattere un aggressore o non esplorare ciò che è lontano, ma essere piuttosto disposti a considerare anche altri aspetti del problema. Di fronte a un fiume il seguace del TAO potrebbe chiedersi che bisogno c’è di un ponte: ciò che egli ha già non basta? E se insieme al ponte sorgessero squilibri di ordine naturale, sociale, economico o persino estetico?

Di fronte all’aggressore, egli si domanderebbe invece se a provocare l’attacco non sia stato magari lui stesso, con un gesto particolare. E, in tal caso, si trattava di un gesto evitabile? Naturalmente si difenderebbe, ma anche allora la difesa personale gli verrebbe da un lungo e solitario allenamento che non da una violenza frenetica e indiscriminata verso l’esterno.

Prima di andare a esplorare ciò che è lontano, il seguace cercherebbe di conoscere se stesso. Egli crede infatti che il mondo esterno possa essere conoscibile sono in relazione a un punto di vista interiore, e prima di sforzarsi di comprendere gli altri desidererebbe dunque avere una maggiore comprensione di sé.

Coltivare se stessi è la premessa indispensabile per conoscere il TAO. Per quanto se ne possano cogliere visioni fugaci anche nel mondo esterno, ognuno deve affinare la propria sensibilità individuale per poter poi osservare come funzionano le cose su una scala più grande.

– Estratto da: Il TAO per un anno, 365 meditazioni [Introduzione], Deng Ming-Dao – Edizioni Guanda (attualmente fuori catalogo)