Intelligenza artificiale e automazione secondo il pensiero stoico, Massimo Pugliucci [dalla rubrica “Consigli stoici” del blog “How to be a stoic“]

D. chiede: “Come dovrebbe valutare uno stoico le predizioni per il futuro sull’Intelligenza Artificiale (I.A.) e l’automazione rispetto ai posti di lavoro e l’essere umano?”

Massimo Pigliucci – Caspita!, questo è vero stoicismo per il 21° secolo… e oltre! Dubito che Seneca abbia pensato di riflettere su un tale dilemma etico (anche se, probabilmente, avrà attentamente considerato l’istituzione della schiavitù, che dava per scontata come uno dei fondamenti del potere di Roma).

Vorrei cominciare dicendo, sia come biologo che filosofo, che non sono veramente preoccupato per l’improvviso sviluppo di un’intelligenza artificiale superumana, il così detto evento della Singolarità [1], vedi qui [2] e qui [3] il perché.

Detto questo, la comune I. A., così come l’automazione a molti livelli, è sia una realtà che una preoccupazione sociale, come sottintende la tua domanda. Naturalmente, si potrebbe discutere che non c’è niente di nuovo. All’inizio del 19° secolo, agli albori della Rivoluzione Industriale, il famoso movimento luddista sorse per opporsi, inutilmente, all’introduzione del telaio meccanico. E quando vivevo in Italia negli anni ’70, gli operai della FIAT protestavano contro i primi esperimenti di robotizzazione nei loro posti di lavoro, temendo – correttamente – di perdere l’impiego o dover fronteggiare una paga più bassa nel futuro. Tutto questo sovrasta anche gli ulteriori problemi lavorativi prodotti dagli ultimi trend della globalizzazione e delle società multinazionali.

Io credo che lo stoico, su questo tema, ponga l’essere umano al primo posto, l’efficienza produttiva a un ben distanziato secondo posto, e i profitti aziendali a un ancor più distante terzo posto. Questo per numerose ragioni.

Per iniziare, come Marco Aurelio ricorda, il nostro compito deve essere di cercare di essere un umano il più degno possibile, interessato al benessere degli altri e della società in generale:

“La mattina, allorché sei restio a svegliarti, pensa subito: “Io mi sveglio per attendere al mio dovere d’uomo” (Ricordi, V.1) [4]

“Lavora non come se il lavoro ti renda infelice, né cercando compatimento o ammirazione. Abbi una volontà sola: quella di agire o non agire, secondo lo richiede il benessere della società.” (Ricordi, IX.12) [4]

Questo, naturalmente, è in accordo con l’ingiunzione generale di vivere “secondo natura”, prendendo seriamente – per esempio – la nostra natura di esseri sociali capaci di ragionamento. (Vedi qui [5] il mio pensiero sull’importante passo del De Finibus di Cicerone, libro III, sezione 20).

Questo concorda anche con il famoso concetto stoico dell’oikeiosis, l’idea che si debbano “far nostre” le preoccupazioni degli altri, rappresentate con la famosissima immagine dei cerchi concentrici di Ierocle, il cui centro è noi stessi ma circondati dai cerchi della famiglia, degli amici, dei concittadini e, infine, dell’umanità in generale. (Vedi l’ultima parte del mio saggio su Ierocle [6])

Infine, la tua preoccupazione è il linea anche con la disciplina dell’azione di Epitteto [7], correlata alla virtù della giustizia e al topos [8] dell’etica, presumibilmente la più fondamentale delle tre sfere dello studio stoico (le altre sono la fisica e la logica).

Quindi mi sembra che sei su un suolo stoico ben solido quando ti preoccupi degli effetti dell’intelligenza artificiale e dell’automazione rispetto al benessere degli esseri umani nostri compagni. La domanda è, naturalmente, cosa fare in merito.

La storia, in particolare il già citato movimento luddista, ci dice che è una perdita di tempo opporsi al progresso tecnologico. Infatti, fare così sarebbe una misera applicazione della virtù della prudenza (phronesis), o saggezza pratica. Questa si collega alla disciplina dell’assenso, e ti guida a orientarti nelle situazioni complesse nel modo più etico. Suggerisco che un palese rifiuto della tecnologia non sarebbe la cosa “prudente” (nel senso stoico del termine) da fare.

E allora? Penso che uno stoico qui combatterebbe per la giustizia, non nel senso di un approccio da “Social Justice Warrior” (che, a mio parere, sarà ben intenzionato ma olezza un po’ troppo di moralismo e, talvolta, anche di narcisismo), né adottando una teoria di giustizia in generale tipo quella, per esempio, di John Rawls [9] (perché le teorie di giustizia in generale tengono poco conto della complessità delle società e dei contesti umani reali). Piuttosto, significa essere sempre coscienti di trattare gli altri esseri umani in modo giusto, con correttezza, anche a discapito del proprio comodo o delle proprie finanze.

Vorrei darvi un esempio che ha più a che fare con il “consumo collaborativo” (shared economy) che l’automazione in sé, anche se il principio è il medesimo. Io vivo nella città di New York, dove al momento dispongo – sono fortunato – di sei opzioni per muovermi: posso guidare (ma non sono pazzo, per cui non ho un’auto); posso camminare (cosa che faccio spesso); posso andare in bicicletta (mia o quelle municipali disponibili per i cittadini, cosa che mi capita di fare quando il tempo lo permette); posso servirmi dei mezzi pubblici di superficie o sotterranei (cosa che faccio piuttosto spesso); posso prendere un taxi; o posso utilizzare un servizio di auto private come Lyft e Uber.

Nei rari casi in cui debba per forza o che, onestamente, mi convenga di più prendere un taxi o un servizio con autista, scelgo sempre le compagnie che trattano meglio i loro dipendenti rispetto a quelle dei servizi privati. Quando devo (raramente) usare un servizio privato, opto sempre per Lyft rispetto a Uber per via della famigerata cultura aziendale di quest’ultima compagnia, che include molestie sessuali sistematiche delle sue dipendenti [10], il trattamento per nulla etico sia dei conducenti che dei clienti (quest’ultimi soggetti alla deplorevole pratica di improvvisi aumenti delle tariffe quando l’aumento sarebbe più che discutibile (come successo in Australia durante un attacco terroristico [11] quando le persone cercavano di sfuggire al pericolo).

Sono perfettamente consapevole che: 1) la situazione è complessa, perché – ad esempio – scartando Uber indirettamente colpisco i suoi conducenti, e 2) le mie scelte individuali sono una goccia nell’oceano.

Ciò nonostante, la mia analisi phronesica mi porta alle scelte di cui sopra (che possono sempre essere riviste alla luce di nuovi fatti o riconsiderazioni). Qualcosa di simile può essere fatto trattando dell’automazione. Per esempio, quando Amazon introdurrà la consegna per mezzo di droni, sceglierò se optare per un altro fornitore o pagare una tariffa supplementare per avere il “privilegio” di ricevere i miei ordini da un essere umano reale.

Infine, considererò importante parlare ai miei rappresentanti al Congresso e votare le persone che difendono leggi sul lavoro mirate a minimizzare l’impatto della tecnologia moderna (e l’avidità delle aziende) sui lavoratori. Lo so, non è facile o comodo essere uno stoico. Ma una tale promessa non c’è mai stata:

– “Non vi è altra ricompensa?” – “Quale altra più grande ricompensa cerchi per un uomo dabbene se non il fare ciò che è nobile e giusto? A Olimpia non desideri altro; sei contento di essere stato incoronato a Olimpia. Ti sembra così piccola cosa e di poco valore essere nobile, buono e felice?” [Epitteto, Discorsi III, 24] —-

Traduzione: Paola (autorizzata dall’autore)

Testo originale: Should I worry about A.I. and automation?

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Note

[1] Singolarità Tecnologica (Wikipedia) (ndt)

[2] Ray Kurzweil and the Singularity: visionary genius or pseudoscientific crank?

[3] David Chalmers and the Singularity that will probably not come

[4] Marco Aurelio, Ricordi, Edizioni Einaudi (ndt)

[5] Cicero’s De Finibus and the nature of stoic philosophy, 1

[6] Hierocles, a conservative stoic

[7] The three topoi and the three disciplines

[8] Topoi – le “aree” d’indagine dello stoicismo: logica, fisica ed etica (ndt)

[9] Filosofo statunitense e figura di spicco della filosofia morale e politica, autore de Una teoria della giustizia [Edizioni Feltrinelli] (Wikipedia) (ndt)

[10] Uber criticized by Venture Backers over sexual harassment allegations (Bloomberg)

[11] Uber’s prices surge in Sydney during the hostage crisis, and everyone is furious (New Republic Magazine)